INTEGRATIO, Places of Cultural Integration and perspective from visiting to meating - GO TO HOME PAGE
| GO TO ENGLISH VERSION

I. Archeologia classica
Nell'alternarsi degli scavi e dei rinvenimenti fortuiti, le indagini archeologiche hanno seguito le tracce e interpretato i segni di un sistema insediativo non fitto, ma complesso e articolato. Un unico approdo in località Fuenti e gli ambienti termali ritornati alla luce a Vietri, da sotto una faenzera settecentesca di quella che gli storici hanno ritenuto la Marcina di Strabone. Dall'isolotto del Gallo Lungo a Positano, da Amalfi all'intatta magnificenza della villa marittima di Minori, la costa conserva il ricordo dell'antica opulenza degli ozi e delle villeggiature, dell'incanto di ville sognanti affacciate ed immerse nel glorioso spettacolo dei luoghi. La vita produttiva si svolgeva altrove, tra le colline dell'entroterra agricolo che i valichi in quota avvicinavano all'agro di Nuceria Alfaterna e che oggi si offrono come straordinario serbatoio di evidenze soprattutto mobili. È una storia forse meno splendida ma altrettanto suggestiva, narrata sottovoce dai resti della villa rustica ritrovata a Tramonti e dalle preziose quanto bistrattate testimonianze ellenistiche, romane, medievali.

II. Archeologia medievale
Case e chiese, particolari architettonici e dettagli decorativi, una galassia di piccoli, impercettibili segni che accompagnano discretamente, senza farsi notare, chiunque passeggi per le strade di Pontone: questo è il medioevo della Costa d'Amalfi. Un medioevo di tarsie policrome e di cortili interni disegnati di archi, di torri minacciose divenute abitazioni, di ingegnosi bagni arabi dalle tubature in terracotta e di chiese, primo fra tutte il romantico rudere di Sant'Eustachio che ancora sovrasta lo sperone roccioso con le sue abisidi e la facciata decorata.

III. Archeologia militare
La gloria e la potenza, la storia e la leggenda, le alterne vicende di assedi subiti e di attacchi respinti rivivono nelle sopravvivenze del poderoso sistema difensivo del ducato d'Amalfi. Da Vietri a Positano le torri si susseguono a guardia della capricciosa linea di costa. Risalgono all'età angioina ed aragonese oppure a quella vicereale e hanno strutture specifiche, modellate sulla morfologia dei luoghi. Scrutano il mare pronte ad avvistare, ad avvertire e segnalare, a comunicare con un complesso e preciso codice fatto di fumo, di fuoco e di botti. Alle loro spalle, il formidabile sistema difensivo prosegue con i castra annidati nei punti strategici delle colline a Tramonti, a Maiori, a Ravello e fino a Scala: castelli posti a presidio del mare e della terra ma ormai quasi distrutti, sconosciuti ai più e per nulla valorizzati, ricostruiscono la storia e le forme di un territorio orlato di mura e punteggiato di torri, permeato di presenze e impregnato di leggende che culminano nella tragica storia d'amore di Giovanna, duchessa d'Aragona.

IV. Archeologia industriale
Tuttora rintracciabili nel tessuto dei centri, i luoghi delle fiorenti attività protoindustriali ricostruiscono la storia di antiche tradizioni manifatturiere e prestigiose produzioni. Ad Amalfi le cartiere si susseguono lungo il corso del Chiarito, immerse nel verde lussureggiante e incantato della Valle delle Ferriere. Edifici a più piani, chiuse e canali, vasche e spanditoi, volte che mutano al variare del periodo storico di appartenenza: su tutto, l'antica sapienza, l'arte e la consuetudine di governare la forza idraulica del torrente. Ancora, a Vietri, le sedi delle antiche faenzere indicano i luoghi di nascita dei vasi e delle riggiole che colorano cupole e pavimenti, edicole e pannelli della Costa d'Amalfi. La ceramica vietrese riassume il senso di un incontro e di uno specifico ibrido culturale, di un'arte che nell'argilla, tra l'acqua delle sorgenti e il fuoco delle fornaci, ha saputo fondere la sensibilità dei maestri locali e le suggestioni mediate da artisti stranieri.

V. Insediamenti rupestri
Il monachesimo orientale raggiunge la Costa d'Amalfi già nell'VIII secolo, portatovi da monaci ed eremiti in fuga dalle persecuzioni iconoclaste. Maiori, Tramonti, Minori, Atrani, Pontone, Ravello, Tovere, Furore: è nelle tante, tantissime cavità naturali abitate dai primi anacoreti che la Costa d'Amalfi si rivela luogo di mistica ascesi e di raccolti silenzi, di sofferta preghiera e agognata solitudine. Grotte che divengono cappelle, cappelle che divengono chiese, anacoreti che si riuniscono in laure e infine in cenobi: nel trasfigurare della religiosità orientale basiliana nella latina regola benedettina i luoghi di culto mutano forma e attributi, ma conservano l'intima e costante impronta di una fede semplice, essenziale, assoluta. I luoghi dei santi e degli eremiti parlano ancora di un monachesimo puro, diverso, lontano dalle influenze che altrove hanno agito sull'originaria religiosità bizantina: sono piccole chiese, cappelle, semplici grotte che timidamente celano sprazzi di rari affreschi medievali, purtroppo accomunate dall'incuria e da un deplorevole abbandono che le ha condannate al degrado arrivando, in qualche caso, ad impedirne perfino l'accesso.
 
Approfondimenti
| FORUM
Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali - Villa Rufolo - 84010 Ravello - Italia - tel. +39.089.857669/089.858101