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Archeologia medievale

Il miglior esempio di villaggio medievale è costituito dal borgo di Pontone, frazione del comune di Scala. Benché abitato, viene considerato dagli architetti un "villaggio rudere", tante sono le testimonianze di epoca medievale. Grandi o piccole, a Pontone si trovano ovunque.
Molte facciate sono abbellite da tarsie policrome che mediante il ricorso di blocchetti di tufo grigio e giallo ridisegnano cerchi stelliformi o fasce decorative delle finestre solitamente ad arco.
Molte case presentano un cortile interno delimitato da strutture arcuate a più livelli, come si poteva vedere nel cosiddetto "palazzo del Vescovo" che nulla aveva a che fare con il prelato di Scala, ma che fu così chiamato per la fastosità degli interni. Questo cortile immette ai due piani in cui è diviso il palazzo e presenta un primo ordine di archi acuti e capitelli medievali, mentre il secondo ordine è costituito da una loggia a colonnine binate con archi a tutto sesto.
Interessanti risultano molti ambienti di case medievali coperti da volte a crociera, ma da non perdere è la casa-torre con il bagno arabo. Questo bagno è formato da un piccolo vano quadrato (2,50 m per lato) coperto da una cupoletta a scanalature radiali su pennacchi sferici e su quattro archi ogivali. Il bacino era accessibile attraverso alcuni gradini e presentava una vasca più piccola a lato per il riscaldamento dell'acqua. L'acqua veniva raccolta mediante tubi in terracotta che scendevano esternamente dal tetto e che sono ancora visibili, e il vapore fuoriusciva sempre mediante un sistema di tubature in cotto.
Altri esempi di bagni arabi si trovano in località S. Pietro in Campoleone, sempre nel territorio di Scala, e a Ravello. Il primo non è altrettanto ben conservato nelle strutture, mentre il secondo è ben conservato ma non visitabile.
Si è parlato di una casa-torre, ma a questo proposito occorre dire che la funzione originaria di queste torri non era abitativa: esse rientravano in un sistema di difesa che doveva collegarsi al "castrum di Scalella" e che nulla aveva a che fare con l'edilizia privata. Soltanto in seguito, quando questo sistema cadde in disuso, gli ambienti a volta in cui si dividevano le torri furono adibiti ad abitazioni ed ampliati. La prova di ciò sta proprio nella struttura che contiene il bagno arabo, dove un muro sull'esterno della casa indica chiaramente che la struttura non era isolata. Lungo Via Fritto è possibile vedere altre torri di questo tipo, tutte utilizzate come abitazioni e tutte ben individuabili nel nucleo originario ampliato nel corso dei secoli.
Ultima testimonianza medievale è costituita dalla Chiesa di S. Eustachio. Le tre absidi sopravvissute ai crolli indicano una struttura basilicale a tre navate divise da cinque colonne ognuna, con arco trionfale tra transetto e navate. Una facciata presenta ancora vari ordini di decorazioni, con archetti e loggetta pensile cieca e capitelli a stampella all'ordine più basso e con due ordini di archetti pensili intrecciati con decorazioni di tufo scuro per le parti superiori.
 
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