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Nelle leggende e nei proverbi rivivono le interpretazioni e le rappresentazioni che la comunità ha voluto dare di se stessa, le spiegazioni che ha saputo elaborare per rapportarsi e partecipare ai fatti del mondo, della vita, della natura. È un patrimonio squisitamente immateriale, che procede dalla narrazione orale e che da sempre, generazione dopo generazione, contribuisce alla continuità e alla coesione dell'identità collettiva. In bilico tra il fantastico mondo dell'immaginario e la narrazione didascalica, tra i grandi eventi della storia e quelli non meno importanti della quotidianità, le leggende tramandano fatti ed esorcizzano paure, trasmettono insegnamenti e perpetuano la memoria, ammoniscono e rassicurano, sublimano la realtà spiegandola e connotandola. I miti si confrontano con gli eventi del ciclo della natura e con le sue più terribili forze, riconducendoli alla dimensione del controllo umano per combatterne l'ineluttabilità. A loro volta, i proverbi concentrano la saggezza popolare e le norme non scritte dell'etica e della morale, insegnando un modo specifico di stare nel mondo e nella società. Ne emerge una Costiera di monaci dispettosi e di licantropi, di miracoli e interventi divini, di vicende storiche trasformate in fiabe, di angeli e misteriosi spiriti, di antiche rivalità ed esemplari inganni, di pali accesi di magici fuochi e minacciose trombe d'aria misteriosamente spezzate, di arguzia e di beffe. È un mondo che si nutre di profonde istanze antropologiche e di semplici riti quotidiani, universale e prettamente locale, meraviglioso e al tempo stesso assolutamente reale, nel quale l'apparente ingenuità non fa che tradurre il più concreto buon senso.