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I. L'architettura vernacola e la costruzione del paesaggio agrario
È nelle case a volta, nelle strutture che le costituiscono, nei materiali e nelle tecniche impiegate per costruirle, nel loro inserirsi e dialogare con il mutare del paesaggio agrario che in Costa d'Amalfi si concretizza il "saper abitare". È un patrimonio di saperi e conoscenze, di consuetudini e capacità, di sensibilità e ingegnose astuzie nato nel lontano Medioevo dei mercanti-contadini, al tempo dell'introduzione delle nuove colture che avrebbero indelebilmente plasmato e connotato il paesaggio. Le case a volta, le industriose "carcare" simili a fucine, le scenografiche teorie di terrazzamenti sorretti da muri rigorosamente a secco, le magnifiche vie gradonate che in punta di piedi corrono parallele alla costa o risalgono i versanti, gli straordinari canali che dalle sorgenti di montagna portano l'acqua fino alle quote più basse: elementi che si fondono e si completano modellando il territorio e significando lo spazio, fino a farne quell'unicum che ancora oggi è la Costa d'Amalfi.

II. Gli episodi architettonici maggiori
Nel susseguirsi dei rimaneggiamenti, degli ampliamenti e delle sovrapposizioni, l'architettura religiosa si propone come un palinsesto di epoche, incontri, eventi ed influenze che impercettibilmente sfumano l'una nell'altra. Dalle basiliche paleocristiane ai segni della spiritualità romanica, dalle cappelle gentilizie all'esplosione decorativa del Barocco, le chiese della Costa d'Amalfi disegnano la versione tutta locale della storia dell'arte. Ma è soprattutto l'architettura civile a segnare il trionfo di quella specialissima capacità di mediare, assimilando e rielaborando, le suggestioni provenienti da mondi diversi e lontani: ad Amalfi, a Scala, a Ravello, i palazzi dell'aristocrazia sono raffinati gioielli di archi intrecciati e colonnine pensili, di portali decorati e terrazze, di cortili interni e scale esterne impregnate di un gusto arabeggiante ma non arabo, che qui e solo qui trova la propria ragione d'essere.

III. Le edicole votive
Le edicole votive sono tante, tantissime, soprattutto nei centri marinari. Semplici, schiette, sincere manifestazioni di un sentimento profondo in bilico tra religione e superstizione, spuntano agli angoli o lungo i muri, sparpagliate lungo i vicoli e nelle strade. Sono i segni di una fede che sa andare oltre il culto e la liturgia e che ritrova, riconosce, porta il divino nei fatti di ogni giorno per riceverne conforto e protezione. Più o meno antiche, affrescate sui muri, dipinte su riggiole o su sagome di legno, segnano la presenza e l'irruzione del sacro nella sfera del quotidiano. Commoventi espressioni della religiosità popolare, le edicole votive sono vere e proprie opere d'arte, piccoli capolavori nei quali le profonde istanze antropologiche nulla tolgono al valore della creazione.
 
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