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In base a quanto emerso dal censimento del patrimonio i beni sia materiali che immateriali sono stati suddivisi in sei categorie, assumendo come criterio la presenza di criticità o di margini di miglioramento riguardanti la visibilità, la raggiungibilità, l'accessibilità, la leggibilità, lo stato di conservazione e il livello di integrità. Sono stati individuati 31 beni fruibili e adeguatamente valorizzati; 121 beni fruibili con margini di miglioramento della valorizzazione; 17 beni non fruibili; 26 beni fruibili con margini di miglioramento della valorizzazione che inoltre presentano criticità nello stato di conservazione e/o nel livello di integrità; 9 beni non fruibili che inoltre presentano criticità nello stato di conservazione e/o nel livello di integrità; 7 beni del tutto o in parte perduti. L'analisi ha messo in luce un gigantesco divario tra i contenuti e le forme dell'attuale proposta culturale e le potenzialità del territorio, dal punto di vista sia quantitativo (il numero di beni fruibili ed effettivamente presentati rispetto al totale dei beni censiti) che qualitativo (le tipologie di beni valorizzati e i contenuti della loro presentazione). Questo condiziona la qualità dell'offerta turistica e la competitività della destinazione, ostacolando inoltre la corretta gestione e la salvaguardia dei beni. La Costa d'Amalfi può ancora contare su un ampio e ricco patrimonio di beni tuttora trascurati, abbandonati o dimenticati: non è troppo tardi, ma è necessario che gli interventi siano organici e tempestivi.
 
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