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002 - Valle delle Ferriere

LA VALLE DELLE FERRIERE


COMUNE:
Scala, Amalfi


DESCRIZIONE:
Ambiente molto interessante non solo per il quadro vegetazionale ma anche per la presenza di reperti di archeologia di ogni epoca, è dato dalla Valle delle Ferriere.
Questa valle si estende tra i comuni di Scala e Amalfi: percorrendo la valle del Chiarito, il torrente che sfocia ad Amalfi, partendo dal sentiero che ha inizio nella piazzetta di Pontone si possono attraversare epoche diverse ed ambienti incontaminati.
Il sentiero scende giù nella valle lasciando alle quote superiori i boschi di castagno fino a giungere alla riserva naturale protetta, dove un microclima caldo umido permette la crescita di due tipi di felci pantropicali: la Pteris Cretica e la Woodwardia Radicans (qui occorre essere accompagnati da personale del Corpo Forestale, perché è una riserva naturalistica protetta).
La discesa continua costeggiando boschi e laghetti fino a quando uno spettacolo di natura diversa si apre agli occhi del visitatore: costruzioni protoindustriali che sfruttavano la forza motrice dell'acqua del torrente per le proprie produzioni. Questi edifici, soprattutto cartiere, sono sostanzialmente identici ed assumono una particolare forma architettonica, finalizzata ad uno sfruttamento della forza motrice dell'acqua. Sono di forma allungata a più piani, longitudinali al corso del torrente o a ponte su di esso: anche in questo caso lo spessore delle strutture murarie (costituite da pietre di calcare e malta, coperte da intonaco) è molto contenuto.
L'acqua del torrente veniva condotta attraverso un canale posteriore all'edificio fino alle macchine e alle vasche, controllata sempre da chiuse che permettevano di limitarne la quantità e la forza. In alcuni casi delle torri coniche permettevano la raccolta dell'acqua per determinare una quantità costante.
Gli ambienti interni erano caratterizzati da volte che si dispongono cronologicamente secondo diverse tipologie: a crociera per il XIII secolo (le cartiere di questo periodo sono scomparse sotto gli edifici moderni perché erano più vicine all'abitato), a vela per gli edifici rinascimentali, a botte per quelli del Settecento e dell'Ottocento. Solitamente edifici adibiti a spanditoi erano costruiti vicino alle cartiere.
Gli edifici che è possibile vedere non sono sempre visitabili perché, benché in attività fino al primo cinquantennio del Novecento, versano in condizione statiche non sempre buone.
La prima cartiera che si incontra è quella di proprietà Milano, a tre piani, con all'interno ancora le macchine per la produzione; seguono più in basso i ruderi di due cartiere, quella Nolli e quella Treglia, in pessimo stato; la più imponente è quella Lucibelli, a sei paini, dove il proprietario abitava, ed essendo a ponte presentava una capriata lignea ormai distrutta.
Altre cartiere che si incontrano scendendo sempre più verso il centro di Amalfi sono: quella Marino, a ponte, con quatto piani fuori terra; quella Amatruda (siamo già sulla rotabile del centro storico di Amalfi), ancora in funzione e che è possibile visitare; quella Gonfalone, in buono stato di conservazione; all'altezza dell'Arco della Faenza quella Dipino con annesso spanditoio, in discreto stato di conservazione; quella Milano, sede del Museo della Carta, originariamente tutta fuori terra, ora sottoposta per un piano alla strada, con vasche, canali e spanditoio che è possibile visitare per capire come gli amalfitani riuscivano a sfruttare la forza dell'acqua per creare un prodotto di eccellenza.
Nella valle erano presenti anche una saponiera (abbattuta nel 1980, in seguito ai danni derivati da un sisma), una ferriera (iniziata al tempo dei Borbone ed interrotta nel 1800), un confettificio, una calcara, una polveriera e una centrale idroelettrica (tutte strutture allo stato di ruderi).


MODALITÀ DELLA FRUIZIONE ATTUALE:
È possibile effettuare il percorso autonomamente o accompagnati da una guida, ma per accedere alla riserva naturalistica è necessario essere accompagnati dal personale del Corpo Forestale.

OPPORTUNITÀ:
Non tutto il tragitto è facilmente percorribile: alcuni tratti richiedono interventi di ripristino. È inoltre importante semplificare le procedure di accesso alla riserva, fornendo quantomeno informazioni chiare e precise su contatti e orari.
Le strutture delle cartiere, della ferriera e degli altri edifici versano per lo più in pessimo stato di conservazione: vi si può accedere con fatica, ma non sono sicure. Sebbene allo stato di ruderi, la visita potrebbe risultare di grande interesse storico e culturale, purchè vi sia un'adeguata presentazione. Lungo l'intero percorso si avverte la mancanza di segnaletica e cartellonistica e, in ogni caso, delle informazioni basilari di carattere sia storico e architettonico che naturalistico. In realtà, la valle potrebbe rappresentare il contesto e l'ideale integrazione della valorizzazione non solo della produzione artigianale della carta di Amalfi, ma dell'impianto urbanistico del centro così come si è storicamente formato.


RIFERIMENTI A DOCUMENTAZIONE GRAFICA E FOTOGRAFICA:



BIBLIOGRAFIA:
www.mitopositano.it/monti_lattari.htm
Nel territorio della penisola amalfitana c'è..., Guida breve per coloro che desiderano godere il "rurale", Grafitalia, Cercola (Na) 1998
Gargano G., "Le origini e gli eventi", in La Costa d'Amalfi, paesaggio di borghi dipinti, iniziativa ideata da Cotur Costa d'Amalfi coordinamento turismo rurale
AAVV, Le arti dell'acqua e del fuoco, a cura del Centro di storia e cultura Amalfitana, Amalfi 2004.
Beguinot C. (con Bosco S. e Casolaro M.), Piano Progetto Ambiente Recupero Riuso Territorio, Giannini, Napoli 1994


SCHEDE COLLEGATE:
I da 32 a 44, da 76 a 86
II -
III -
IV 1, 2, 3, 7
V 1, 2, 3, 4, 5, 7, 9, 11, 12, 14, 16, 17
VI 1, 4
VII 5, 6, 7, 8, 9, 11, 17
VIII 2, 3, 4
IX 1, 2, 4, 5
X -
XI 1, 5



Compilatore:
Patrizia Palumbo

 
Approfondimenti
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