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Gli episodi architettonici maggiori

Definire i caratteri peculiari dei maggiori episodi architettonici della Costa d'Amalfi significa rileggere le vicende storiche che hanno interessato questa zona. Ad una fase originaria, a cui corrispondono l'impianto e le linee architettoniche fondamentali, si sovrappongono infatti continui rimaneggiamenti che determinano sovrastrutture che solo interventi di restauro finalizzati al recupero dei tratti originari hanno in molti casi eliminato.

L'architettura religiosa
L'architettura religiosa è quella che meglio illustra il succedersi dei rimaneggiamenti. La maggior parte delle chiese, pur appartenendo ad un'epoca alto medievale, presenta un impianto basilicale tipico del periodo paleocristiano, con lo spazio interno scandito da tre navate divise da archi e poggianti su colonne di spolio ovvero su pilastri (da considerare come successivi perché spesso inglobano le colonne). Dove manca la divisione in tre navate bisogna ipotizzare interventi edilizi successivi o adattamenti allo spazio disponibile. La Chiesa di Paterno S. Elia, a Tramonti, mostra ad esempio solo due navate, di cui una maggiore affiancata a destra da quella più piccola: questo farebbe pensare ad una variazione dello schema classico, ma un attento esame evidenzia che la navata minore mancante è crollata nel vallone sottostante senza più essere ricostruita.
Riconducibili all'architettura paleocristiana sono anche l'andamento leggermente in salita del piano di calpestio finalizzato ad una maggiore profondità prospettica, la copertura a capriata lignea a vista ed ancora punti luce posti a grandi altezze e molto contenuti nell'ampiezza.
Ma a questi elementi se ne mescolano altri che attingono al filone architettonico romanico: il transetto leggermente elevato, la costruzione delle cripte, i volumi arrotondati delle absidi, l'uso preponderante dell'arco anche nella copertura di ampi spazi, mediante volte a botte o a crociera che si innestano soprattutto nella zona presbiteriale.
Che questi eventi edilizi abbiano interessato le strutture senza arrestarsi al gusto romanico è testimoniato dall'aspetto attuale delle chiese della Costa, dove i restauri hanno in molti casi eliminato la sovrastruttura di interventi anche barocchi riportando a vista l'essenzialità romanica.
Molti edifici sono stati interessati quasi subito dall'ampliamento di alcune parti: è il caso delle sacrestie e delle cappelle gentilizie, fenomeno ricollegabile alla crescita economica che vede emergere alcune potenti famiglie che costruiscono altari e cappelle, decorandoli con elementi artistici di diversa provenienza ed ispirazione. Solo raramente la committenza ha costruito strutture ex novo: piuttosto, è intervenuta con aggiunte e sovrapposizioni.
Le chiese subiscono trasformazioni importanti quando il barocco introduce significativi cambiamenti negli interni riprogettandone gli spazi: balaustre marmoree sottolineano la separazione del transetto dalla parte riservata al popolo, gli altari cinquecenteschi ricevono cornici di stucchi e la stessa abside centrale viene decorata con ovali destinati ad accogliere tele o con paraste di marmo policromo. La copertura può subire aggiunte, come tetti piani a cassettoni ove poggiare dipinti; le cupole, in alcuni casi già presenti, possono essere esternamente decorate da mattonelle di ceramica, mentre qualche facciata riceve una decorazione di riccioli e volute, pinnacoli e guglie.
Interessante è inoltre la presenza delle cripte fuori terra, circostanza che forse è da ricondurre all'impianto originario delle chiese sorte in posizione elevata rispetto all'area circostante.
Assente il gotico cistercense perché estraneo alla cultura e alle influenze locali.

L'architettura civile
L'architettura civile risente più di quella religiosa delle richieste specifiche della committenza ed è sopravvissuta nei suoi tratti più antichi nei grandi palazzi della nobiltà amalfitana, ravellese e scalese.
Le strutture maggiori, i palazzi, presentano caratteri di impianto comuni: portone d'accesso da cui si entrava in un cortile centrale solitamente scoperto, intorno al quale vi erano vani adibiti alle diverse attività e dal quale una scala a tutta luce conduceva ai piani superiori, che affacciavano tutti su questo stesso cortile mediante aperture arcuate o quadrate. La facciata concentra la ricchezza decorativa. Pur tralasciando l'esempio più importante, costituito dal giardino-palazzo di Villa Rufolo a Ravello di ispirazione e disegno islamico, altri palazzi a Ravello, a Scala, ad Amalfi, mostrano nei loro archi e colonnine pensili, nelle loro strutture alleggerite da aperture e terrazzi, il gusto, non arabo ma arabeggiante, che suggestiona lo spettatore anche senza palesarsi appieno.
Tutta l'architettura della Costa mostra queste suggestioni più che influenze, perché il punto di forza degli architetti locali è stato quello di saper mediare ciò che proveniva dall'esterno interpretandolo alla luce dei caratteri tipici di quest'area.
Descrivere singolarmente ogni palazzo non servirebbe a comprendere la ricchezza di queste costruzioni che, nonostante gli interventi subiti nel corso dei secoli, non hanno perso quelle suggestioni originarie: se anche i riccioli di ispirazione barocca incorniciano un balcone, o un portale con arco aragonese decorato da intrecci floreali di tufo, l'attenzione viene catturata dalla colonnina binata che spunta su una facciata o da un arco intrecciato, dai raffinati dettagli che mostrano la ricchezza di suggerimenti architettonici che gli abitanti dell'antico Ducato di Amalfi hanno saputo cogliere.
 
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