Il territorio conserva una spiccata fisionomia agricola, che contribuisce tuttora all'altissimo valore ambientale e paesaggistico della Costa d'Amalfi. La distribuzione e le forme di utilizzo della superficie agraria, assieme alle diverse strutture insediative e alle differenti topografie urbane, rivelano la natura complessa e composita dell'area oggetto di studio e, in primo luogo, la naturale compenetrazione tra l'entroterra montuoso ricoperto di boschi, la collina terrazzata dell'arboricoltura mediterranea e l'esigua fascia costiera maggiormente segnata dalla presenza antropica. È un territorio caratterizzato da un alto grado di leggibilità, nel quale ancora si riconosce l'articolazione sedimentata dalla storia e dalla tradizione, in un'unitarietà che è insieme varietà e complemetarietà. È una straordinaria ricchezza, che permane nonostante la minaccia delle recenti ed ingenti trasformazioni. Nel corso del secolo appena trascorso l'area ha conosciuto una consistente crescita edilizia, che soprattutto dagli anni Sessanta è stata ispirata dalle logiche della speculazione e del mercato delle seconde case e degli affitti stagionali. L'espansione, che è riconducibile al proliferare delle abitazioni non occupate, ha seguito le fasi della crescita turistica, investendo soprattutto la fascia costiera ma anche le aree interne ed omologando, semplificando, occultando la profondità semantica del territorio. La valorizzazione turistica può svolgere un ruolo creativo nei confronti del territorio e dell'ambiente fisico. Certamente, deve tenere conto di alcuni vincoli: il dissesto idrogeologico, gli incendi che minacciano i boschi, la non eccellente qualità delle acque costiere che assieme alla morfologia del territorio induce a riconsiderare con grande attenzione la prevalente funzione balneare, la grave situazione in cui versa il sistema dei trasporti.