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La distribuzione della popolazione

Centri, nuclei e case sparse

Le dinamiche demografiche e la densità della popolazione verranno meglio trattate nell'ambito del paragrafo dedicato a "La componente antropica". Con riferimento all'articolazione del territorio e ai caratteri dell'insediamento, ci limitiamo a rilevare come le differenti densità contribuiscano a sottolineare quel dualismo tra l'interno e la fascia costiera già emerso dall'analisi della topografia degli abitati e degli usi del suolo.
La densità della popolazione aumenta procedendo dall'interno verso il mare, man mano che lo spazio disponibile diminuisce e le superfici dei comuni rimpiccioliscono. In particolare, sussiste una precisa correlazione sia con la morfologia che con l'altitudine del capoluogo. La concentrazione della popolazione nelle valli incise dai torrenti e lungo gli assi di comunicazione, l'insediamento sparso in contesti rurali come quelli di Tramonti, Furore, Conca dei Marini e Praiano e il popolamento scarsissimo o addirittura nullo delle aree montane emergono con chiarezza già dalla lettura cartografica. Possiamo inoltre rilevare come le densità più basse si ritrovino nei comuni il cui capoluogo è situato al di sopra dei 300 metri: 1,13 ab./kmq a Scala (360 m slm), 1,64 a Tramonti (321 m slm), 3,06 a Ravello (350 m slm).
Per meglio comprendere i caratteri dell'insediamento e i processi che ne hanno caratterizzato la recente trasformazione, è utile soffermarsi sulla distribuzione della popolazione e delle abitazioni tra centri, nuclei e case sparse e sulla sua evoluzione temporale.
Una prima indicazione emerge dal numero dei centri e dei nuclei rilevati dall'Istat nel 1991 e nel 2001. In dieci anni, nell'area considerata sono diminuiti sia i centri che i nuclei, rispettivamente da 36 a 29 e da 32 a 18. Le variazioni hanno riguardato i comuni di Amalfi, Maiori, Positano, Ravello e soprattutto Tramonti.
Per quanto riguarda Amalfi, nel censimento del 2001 non vengono più rilevati i centri di Pastena-Lone, Pogerola e Vettica Minore, che l'espansione edilizia sul versante del vallone e lungo la fascia costiera ha saldato al capoluogo. Nel caso di Maiori il centro "scomparso" è la popolosa Vecite, ormai inglobata nella direttrice di espansione che tende ad unire Maiori a Ponteprimario andando ad occupare la valle del Regina Maior. A Positano non si rileva più il nucleo di Calitta, dove nel 1991 risiedevano appena venti persone, mentre a Ravello è venuto meno quello di Casa Bianca, assorbito dall'espansione del capoluogo lungo il versante interno.
A Tramonti si rilevano ben tre centri (Capitignano, Cesarano, Gete) e tredici nuclei (uno dei quattro nuclei di Breccelle, Casa Campanile, Casa de Matteis, Casa di Lieto e Casa Salsano, Fontaniello, Forno Vecchio I e II, Grisignano, Murelle, Palomba, Paterno Sant'Arcangelo e Santa Croce) in meno. Rispetto ai nuclei rilevati nel 1991, nel 2001 è stato introdotto quello di Novella. Evidentemente, la crescita edilizia tende a colmare gli spazi vuoti della galassia di casali e frazioni che caratterizza il territorio comunale. I risultati - e questo vale per tutti i comuni considerati - sono la semplificazione della struttura insediativa e la sempre maggiore uniformità del territorio. Nel caso dell'esasperato frazionamento di Tramonti il processo è addirittura eclatante, laddove solo i toponimi restano a testimonianza dell'origine e delle tradizionali funzioni di nuclei (si pensi a Forno Vecchio, o ai toponimi derivati dai cognomi dei proprietari dei casali) che hanno ormai perso la propria individualità (tabella 1.11 e tabella 1.12).
Nel 2001, la popolazione residente nell'area considerata risultava risiedere per il 91% nei centri, per il 4% nei nuclei e per il 5% in case sparse. Confrontando i dati con quelli relativi al 1991 e 1971 si nota uno spostamento della popolazione dai nuclei verso i centri, senz'altro imputabile al maggiore calo numerico registrato dai primi (d'altro canto, per quanto detto sopra, la popolazione residente nei centri risulterà concentrata in un numero minore di centri divenuti più grandi) (tabella 1.13).
Nel contesto dell'andamento generale, l'analisi condotta a scala comunale rileva alcune significative difformità: da un lato tra i comuni caratterizzati da un insediamento di tipo sparso e quelli dove invece ha tradizionalmente prevalso l'accentramento; dall'altro, tra comuni che oggi attraversano fasi differenti del processo di espansione orientato all'occupazione uniforme del territorio (fatti salvi i condizionamenti imposti dalla morfologia). Il principale motivo di interesse consiste perciò non tanto nell'individuazione delle conseguenze di quanto già avvenuto, quanto nella possibilità di interpretare i processi in atto e di prevederne le direzioni e gli sviluppi futuri.
Ad Amalfi i nuclei erano assenti già nel 1971: a quella data c'era però un 7% di popolazione che risiedeva in case sparse, quota che risultava azzerata nel 1991 in seguito all'espansione che aveva già inglobato le case. Per la peculiare struttura urbanistica e topografica, la popolazione di Atrani è sempre stata interamente concentrata nel capoluogo.
In controtendenza rispetto al dato generale è l'andamento di Cetara, dove non esistono nuclei e dove la popolazione residente nel capoluogo è diminuita in trent'anni dal 98% all'88%, a fronte di un parallelo aumento di quella residente in case sparse passata dal 2% al 12%. A Cetara sembra dunque che il modello insediativo stia gradualmente mutando, forse a causa della congestione edilizia e della carenza di spazio nell'unico centro del comune: le nuove case sparse si sono disposte lungo la direttrice della strada costiera e hanno risalito il vallone, andando ad occupare porzioni dell'entroterra collinare. È probabile che questo sia un indizio delle direzioni che l'espansione seguirà in futuro, anche a seguito del declino della pesca e dell'introduzione di nuove logiche insediative e territoriali.
Caso analogo è quello di Conca dei Marini che però, a differenza di Cetara, ha una tradizione di insediamento sparso. Qui la popolazione residente nel capoluogo è diminuita dal 100% al 59% del 2001, segnando il valore più basso tra tutti i comuni considerati: il restante 41% risulta risiedere in case sparse. Anche per Conca dei Marini è probabile che lo sparpagliarsi della popolazione sul territorio esprima il progressivo ampliamento del centro, in una graduale penetrazione dell'abitato nelle aree agricole che segna le nuove direttrici della crescita. La logica evoluzione di questa fase è l'occupazione degli spazi rimasti vuoti tra una casa e l'altra.
Anche a Furore il sistema insediativo è tradizionalmente di tipo sparso. Tra il 1971 e il 2001 si è comunque assistito ad un incremento della quota di popolazione residente nell'unico centro, dal 50 al 60%. I mutamenti più significativi hanno però riguardato i nuclei e le case sparse: nel 1971 i nuclei riunivano il 50% della popolazione, mentre assenti erano le case sparse. Dal 1991, la situazione appare ribaltata: scomparsi i nuclei, il 40% dei residenti risulta distribuito in case sparse. Il fenomeno si spiega con l'espansione del centro che ha finito per inglobare i nuclei, e con l'affacciarsi di processi analoghi a quelli descritti per Conca dei Marini. Si rileva comunque che mentre in quel caso la popolazione residente nelle case sparse appare tuttora in forte aumento a Furore si assiste già ad un calo, sebbene appena accennato, probabile conseguenza dell'espansione già avvenuta.
A Maiori la quota di popolazione residente nei centri, già molto elevata nel 1971, è aumentata fino al 98% del 2001. I nuclei risultavano annullati già nel 1991, mentre i residenti in case sparse sono dapprima diminuiti (dal 3 all'1%), poi nuovamente aumentati di un punto percentuale: fatto che potrebbe preludere ad un'ulteriore espansione dell'abitato. Pur in presenza di una topografia differente e di una maggiore disponibilità di spazio, il caso di Minori è analogo a quello di Atrani, con la totalità della popolazione residente nel capoluogo già dal 1971.
La popolazione residente nei due centri di Positano è diminuita in trent'anni dal 94% all'82%. La quota relativa ai nuclei ha subito oscillazioni modeste (dal 6 al 9 all'8%), e sono state le case sparse a fare la differenza: assenti nel 1971, oggi riuniscono il 10% della popolazione. Come in altri casi, il fenomeno è rivelatore di nuove preferenze abitative e di un tessuto edilizio che progressivamente va ad invadere le aree disponibili per infittirsi in fasi successive.
A seguito dell'espansione già evidenziata, oggi il capoluogo di Praiano riunisce l'intera popolazione comunale. Va detto che i nuclei erano assenti già nel 1971: tuttavia, la crescita edilizia è stata tale da assorbire le case sparse, dove nel 1971 risiedeva il 6% della popolazione e che oggi risultano scomparse.
Più complessa appare la situazione di Ravello. Per quanto riguarda la popolazione residente nei centri, il dato del 2001 è identico a quello del 1971 (73%), pur essendo sceso nel 1991 al 70%. Questo significa che a una fase di dispersione (tra il 1971 e il 1991) è seguito un nuovo accentramento, per crescita e conseguente agglomerazione delle unità inizialmente isolate. E infatti, tra il 1971 e il 1991 la popolazione residente nei nuclei è aumentata dal 19 al 23%, per poi scendere nuovamente al 20% nel 2001 (si ricorda che il nucleo di Casa Bianca non viene più rilevato dall'Istat). Il dato relativo alle case sparse è rimasto sostanzialmente costante, passando dall'8 al 7%.
A Scala la popolazione residente nei due centri di Scala e Pontone ha subito un modesto calo, dal 100% del 1971 al 95% del 2001. In compenso, rimasti assenti i nuclei, è aumentata la quota di popolazione residente in case sparse: 6% nel 1991, 5% nel 2001. Come nel caso di Ravello, c'è da augurarsi che le nuove abitazioni non siano destinate a fondersi con il tessuto edilizio dei centri.
A seguito dei processi di crescita e agglomerazione già richiamati, a Tramonti la quota di residenti nei centri è aumentata dal 56% al 72%. Parallelamente, sono diminuiti i residenti sia nei nuclei (dal 29% al 17%) sia nelle case sparse (dal 14% all'11%). Mettendo in relazione questi dati con quelli relativi alla consistente variazione del patrimonio edilizio, si può ben capire come il modello inseditivo di Tramonti, esasperatamente sparso, si sia prestato ad una crescita per ampliamenti successivi dei centri e dei nuclei e contemporaneamente per infiltrazione ed occupazione degli spazi vuoti tra l'uno e l'altro. I centri e i nuclei hanno così finito per saldarsi, mentre le case sparse sono state raggiunte ed inglobate nel nuovo tessuto edilizio.
Infine, anche a Vietri la popolazione dei centri è aumentata e corrisponde oggi al 99%. La crescita ha determinato la scomparsa dei nuclei che sono stati assorbiti dal tessuto edilizio, mentre le case sparse sono passate dal 6% all'1% tra il 1991 e il 2001 e appaiono in procinto di scomparire (tabella 1.13 e grafico 1.06).
Nel 2001 il 90% delle abitazioni risultava localizzato nei centri, il 4% nei nuclei e il restante 6% era costituito da case sparse, senza variazioni di rilievo rispetto al 1991. Nel contesto dell'aumento numerico delle abitazioni, variazioni percentuali più significative si rilevano per alcuni comuni, a conferma delle tendenze già emerse dall'analisi della distribuzione della popolazione residente: a Cetara la quota di abitazioni situate nel capoluogo comunale è diminuita dal 93% al 90%, e si è registrato un parallelo incremento delle case sparse; lo stesso fenomeno è avvenuto a Conca dei Marini, dove ha assunto dimensioni considerevoli (in dieci anni le case sparse sono aumentate dal 20% al 48%); a Maiori i centri accolgono il 99% delle abitazioni, con un incremento di quattro punti percentuali; a Positano sia i centri che i nuclei hanno perso quote di abitazioni, mentre sono proporzionalmente aumentate le case sparse; a Ravello e in misura molto più significativa a Tramonti i centri hanno sottratto quote di abitazioni ai nuclei; infine, la tendenza all'accentramento è ben percepibile anche nel caso di Vietri (tabella 1.14).
 
Approfondimenti
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Tabella 1.11 Numero di località abitate per tipo di località download >>
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Tabella 1.12 Dati per località abitata: famiglie, popolazione residente, abitazioni, edifici download >>
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Tabella 1.13 Popolazione residente per centri, nuclei e case sparse download >>
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Tabella 1.14 Abitazioni per centri, nuclei e case sparse download >>
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Grafico 1.06 Popolazione residente per centri, nuclei e case sparse download >>
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