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Le comunicazioni e i trasporti

Un'ulteriore tematica che è opportuno affrontare perché direttamente connessa sia alla fruizione turistica del territorio che alla qualità e vivibilità dell'ambiente è quella, spinosissima, relativa ai trasporti e alla viabilità. La formulazione di strategie e la proposta di soluzioni a una problematica tanto specifica e complessa non rientra nelle finalità di questo progetto. È tuttavia indispensabile inserire i termini fondamentali della questione nel contesto di riferimento del progetto: in questo modo sarà possibile non solo tenerne conto nell'elaborazione dei nuovi scenari di valorizzazione e fruizione del territorio, ma anche valutare la compatibilità delle proposte rispetto alle attuali criticità e alle future direzioni di intervento da parte delle amministrazioni. Per questi motivi si presentano qui di seguito i risultati dell'indagine contenuta nel Piano socio-economico della Comunità Montana, allo scopo di evidenziare sia gli attuali problemi che le soluzioni già formulate.
Il sistema dei trasporti e delle comunicazioni è pesantemente condizionato dalla morfologia del territorio, che da sempre rende disagevoli e difficoltosi i collegamenti non solo con l'esterno, ma anche all'interno della nostra area. La Costa d'Amalfi non è attraversata da linee ferroviarie (l'unico nodo ferroviario è Vietri, che svolge una funzione di collegamento con l'esterno) e, data la mancanza di stabili collegamenti marittimi, l'intero sistema di trasporto e comunicazione poggia sulla rete viaria. Il problema maggiore è quindi rappresentato dall'inadeguatezza di quest'ultima, inadeguatezza che viene senz'altro acuita dall'affollamento estivo, ma che sussiste durante tutto il corso dell'anno a fronte delle esigenze di mobilità della popolazione residente.
Il principale asse viario è rappresentato dalla SS 163, che percorrendo la costa attraversa tutti i comuni da Vietri sul Mare a Positano. Da un punto di vista ingegneristico e paesaggistico, la strada ottocentesca è certamente tra le più ardite e spettacolari d'Italia: tagliata nella roccia viva, si snoda ad un'altitudine compresa tra i 25 e i 200 metri, non di rado superando strapiombi e tratti di costa a picco sul mare.
È tuttavia proprio il tracciato accidentato e suggestivo che, associato alle limitate dimensioni della carreggiata, rende la strada assolutamente inadatta a reggere l'attuale volume di traffico. Considerato che sulla strada transita abitualmente il traffico locale e pendolare comprensivo di autovetture, mezzi pesanti e autobus del trasporto pubblico, non stupisce che nella stagione estiva, quando a tutto questo si somma un numero impressionante di mezzi privati e pullman turistici, si creino frequenti rallentamenti, ingorghi e veri e propri blocchi. La ristrettezza della strada rende infatti difficile e spesso impedisce l'incrocio dei mezzi di dimensioni maggiori, e la situazione è aggravata dalla carenza di parcheggi sia lungo la strada che nei principali centri e dalla presenza sulla carreggiata di numerosi veicoli in sosta.
Le modalità della crescita turistica hanno certamente contribuito a peggiorare la situazione. In presenza di un'offerta quasi esclusivamente orientata al turismo balneare le strutture e le attrattive turistiche si sono infatti concentrate lungo la costa, convogliando sulla SS 163 flussi veicolari sempre crescenti ai quali, durante i fine settimana, si aggiungono i flussi turistici pendolari diretti alle principali località balneari (Vietri e Maiori) e i pullman delle escursioni organizzate, che confluiscono su Amalfi perché è l'unico centro ad offrire possibilità di parcheggio.
L'analisi contenuta nel Piano socio-economico conferma la fortissima incidenza dell'afflusso turistico, e in particolare di quello giornaliero ed escursionistico, sia sulle condizioni che sulla composizione del traffico: da un lato, i flussi turistici contribuiscono a determinare una nettissima prevalenza del trasporto privato individuale; dall'altro, risulta che nei più critici giorni festivi il traffico pesante è prevalentemente imputabile ai pullman turistici, più che ai mezzi per il trasporto merci (ai quali è vietata la circolazione nei giorni festivi) o ai rari autobus del trasporto pubblico.
Il risultato è un'insostenibile situazione di vera e propria congestione che oltre ad incidere negativamente sull'attrattività turistica contribuisce senz'altro a peggiorare la qualità ambientale, ostacolando al tempo stesso la vivibilità del territorio e la soddisfazione delle quotidiane esigenze di chi vi risiede. Le misure di regolamentazione finora adottate (dall'aprile all'ottobre 2004 sono state poste drastiche limitazioni al transito di veicoli pesanti e soprattutto degli autobus turistici di maggiori dimensioni) non hanno sortito effetti significativi: nel complesso, sembra proprio che l'unica soluzione efficace sia l'effettiva limitazione del traffico soprattutto turistico tramite interventi tesi a modificare le modalità di accesso all'area costiera.
La possibilità di realizzare simili interventi dipende in buona misura dalle condizioni della rete viaria complessiva della quale la SS 163 rappresenta l'asse portante. Come rilevato nel Piano socio-economico, la presenza di un anello esterno che corre lungo il perimetro dell'area considerata potrebbe consentire di variare i percorsi di accesso alle diverse località, alleggerendo il volume di traffico che si riversa sulla strada costiera. Anche in questo caso è tuttavia necessario tenere in considerazione i limiti posti dalle condizioni delle arterie, che risultano anche molto differenti l'una dall'altra quanto a dimensioni delle carreggiate, pendenza, raggi di curvatura e condizioni di manutenzione.
A nord della Costa d'Amalfi corrono l'autostrada A 3 e la parallela SS 18, che collegano Castellamare di Stabia a Vietri sul Mare. Da qui, la SS 163 conduce a Positano e quindi sul versante sorrentino della penisola, dove si congiunge alla SS 145 che riporta a Castellamare. Nell'ottica della deviazione delle correnti di traffico, particolarmente interessanti appaiono gli assi viari che attraversano l'ipotetico anello appena descritto: la SS 366 che da Castellamare di Stabia raggiunge Agerola, Furore e Amalfi; la SP 1 che da Angri porta a Chiunzi, Ravello e Atrani; la SP 2, che sempre da Angri raggiunge Chiunzi, Tramonti e quindi Maiori.
Sempre dal Piano socio-economico della Comunità Montana risulta che le due strade provinciali sono già interessate da flussi veicolari relativamente consistenti. I due percorsi potrebbero effettivamente contribuire ad alleggerire il carico sulla strada costiera consentendo di raggiungere direttamente da nord Ravello e Atrani, oppure Tramonti e quindi Maiori. Questo obiettivo non sembra però attualmente raggiungibile a causa non solo delle caratteristiche delle strade in questione (carreggiate strette, percorsi tortuosi, forti pendenze), ma anche della scarsa segnaletica e delle oggettive difficoltà che si incontrano nei punti di accesso. Se poco si può fare per rendere più agevole il tracciato di quelle che sono a tutti gli effetti strade di montagna (fatta salva una migliore manutenzione), sarebbe comunque possibile agevolare l'accesso segnalando adeguatamente i percorsi per chi proviene dall'autostrada e semplificando il raccordo con quest'ultima.
In realtà, l'accesso alla Costa da nord è ostacolato e reso disagevole già dai limiti dell'autostrada Napoli-Salerno e della SS 18, che attraversano il fitto e disordinato tessuto urbano dell'agro nocerino-sarnese da Scafati a Vietri sul Mare. Unica arteria di comunicazione per gli spostamenti e i trasporti a breve e medio raggio, l'autostrada versa in una condizione di congestione quasi perenne: l'elevato numero di caselli, la mancanza di una viabilità alternativa e gli sproporzionati volumi di traffico la rendono più simile ad un asse di collegamento locale che ad un'autostrada vera e propria. Perfino peggiore la situazione della SS 18 nel tratto compreso tra Torre Annunziata e Vietri. Sebbene la strada sia rettilinea e pianeggiante, la circolazione è infatti continuamente ostruita dagli ingorghi che si formano in corrispondenza dei numerosissimi centri che compongono il caotico tessuto edificato.
Preso atto dei fattori che attualmente rendono improbabile, se non impossibile, la deviazione del traffico su più percorsi alternativi, non resta che valutare la possibilità di ridurre il volume di traffico migliorando il trasporto pubblico. Attualmente, questo avviene quasi esclusivamente su gomma e per lo più lungo la SS 163: la maggior parte dei percorsi fa perno ad Amalfi, collegata anche con Napoli e Salerno.
Gli stessi autobus dovrebbero rispondere alle esigenze di mobilità tanto della popolazione residente quanto dei visitatori, ma il servizio appare assolutamente inadeguato sotto il profilo sia quantitativo che qualitativo. Le corse poco frequenti, le scarse informazioni, l'interruzione serale del servizio, i ritardi e l'affollamento che si esaspera nel periodo estivo hanno spinto e spingono la maggioranza dell'utenza sia locale che turistica a ripiegare sull'utilizzo di mezzi privati, contribuendo a peggiorare ulteriormente la situazione sulla rete viaria1.
Ciò di cui si sente la mancanza è un efficiente sistema di collegamenti rapidi e frequenti, esteso all'intero territorio e in grado di garantire le comunicazioni tra i diversi comuni. Oggi non è pensabile incoraggiare i visitatori a servirsi del trasporto pubblico; non è però nemmeno possibile progettare un'offerta turistica integrata in un contesto che in un modo o nell'altro vincola il turista a non allontanarsi dalla località di soggiorno, rendendo praticamente irraggiungibile la maggior parte del territorio (a meno, naturalmente, di affittare un mezzo privato). D'altro canto non viene soddisfatta nemmeno la domanda dei residenti, dal momento che - fatte salve le iniziative citate nel Piano socio-economico e riguardanti Maiori e Positano - nei comuni manca un servizio di trasporto che consenta gli spostamenti tra le diverse frazioni (dove, tra l'altro, si trovano numerosi alloggi in affitto e molte seconde case).
Le proposte avanzate nel Piano socio-economico riguardano sia il sistema di trasporto e collegamento all'interno del comprensorio, sia le modalità di accesso dall'esterno.
Riguardo al primo punto è del tutto condivisibile la proposta di un servizio di bus possibilmente di piccole dimensioni e non inquinanti, attivo 24 ore su 24 e che consenta di raggiungere ogni punto del territorio. Poiché inoltre molti visitatori lamentano le tariffe troppo alte praticate dai taxi, anche l'ipotesi di bus a chiamata appare assolutamente auspicabile. Il Piano avanza anche la proposta di sistemi di trasporto alternativi come gli impianti a fune, ma in questo caso il valore paesaggistico dell'area a la sua vulnerabilità inducono a una certa cautela: non potendo giudicare dell'effettiva utilità di simili impianti, si preferisce rimandare le valutazioni ai singoli e concreti progetti che saranno eventualmente presentati.
Per quanto riguarda le modalità di accesso, sembra utile focalizzarne soprattutto i principali aspetti organizzativi. Per una panoramica più dettagliata ed estesa alle forme di controllo del traffico e agli interventi infrastrutturali si rimanda quindi alla parte propositiva del Piano e alle più recenti delibere delle amministrazioni.
Lo scenario presentato è fondato sulle proposte avanzate dalle amministrazioni, in particolare da quella provinciale. Si tratta di uno scenario di "limitazione al traffico privato" che prevede il divieto di transito oltre Vietri sul Mare a tutti i mezzi privati ad eccezione dei residenti, di quanti lavorano nei comuni della Costiera e dei visitatori che abbiano già una prenotazione alberghiera. Tale divieto verrebbe accompagnato dalla creazione di parcheggi in corrispondenza di ognuna delle porte d'accesso e da un servizio navetta che consentirebbe ai turisti pendolari di raggiungere le diverse località dislocate lungo la costa.
Per essere efficace e funzionale, tale proposta dovrebbe comunque essere integrata dai già citati servizi di bus per garantire la circolazione interna e i collegamenti tra le diverse parti del territorio: tra i vantaggi di questa soluzione il Piano richiama giustamente la possibilità che verrebbe offerta ai visitatori di soggiornare senza alcun vincolo in località diverse dai principali centri turistici, situate nelle aree interne e collinari e tuttora marginali o, più semplicemente, marginalizzate.
Un'ulteriore proposta riguarda la costruzione di una strada interamente in galleria, che allontanerebbe dalla Costiera il traffico di scorrimento e che, tramite diversi by-pass, consentirebbe di raggiungere da nord tutte le località. All'uscita dei by-pass verrebbero costruite aree di parcheggio e si introdurrebbe un pedaggio con il quale recuperare le somme investite. Per il finanziamento si ricorrerebbe alla formula del project financing, cosicchè le amministrazioni locali non dovrebbero sostenere costi. Nell'ottobre del 2004 la giunta regionale ha approvato il Piano pluriennale di viabilità nazionale Anas 2003-2012. In particolare, sono stati approvati e finanziati due progetti: la galleria che dovrebbe bypassare Amalfi congiungendo Castiglione di Ravello all'ex convento dei Cappuccini, con uscite e relativi parcheggi in corrispondenza della Valle dei Mulini e del Vallone Cieco; la galleria che a Praiano dovrebbe distaccarsi dalla SS 163 subito dopo il confine con Positano e raggiungere il cimitero.
Non riteniamo che l'esazione di un pedaggio possa servire a selezionare la domanda, semplicemente perché non sussiste una correlazione forte e diretta tra la disponibilità a pagare e la "qualità" delle motivazioni e dei comportamenti turistici. Forse si ridurrebbe il turismo pendolare, ma in realtà non si può essere certi che chi deciderà di entrare lo farà con motivazioni differenti dalla balneazione o dal "ciondolamento" o assumerà comportamenti consapevoli e rispettosi. In ogni caso, non sembra corretto criminalizzare chi semplicemente desidera godere di una giornata di mare: in realtà vi sono consumi e pratiche turistiche che generano costi ben maggiori, anche in presenza di un elevato livello di spesa. Questi aspetti verranno approfonditi in altre parti della ricerca: per il momento, sembra opportuno ricordare che tanto la formazione e la selezione delle motivazioni quanto l'orientamento dei comportamenti turistici sono precise responsabilità dell'offerta locale nelle sue forme, modalità e contenuti. Si ritiene insomma che sia la qualità dell'offerta a formare la qualità della domanda: detto questo, l'introduzione di un pedaggio è assolutamente auspicabile come strumento per riequilibrare i costi, anche sociali e ambientali, della valorizzazione e della fruizione. Solo, dovrebbe essere integrata da strumenti più idonei e specifici di formazione, informazione e sensibilizzazione.
L'ipotesi di un'integrazione dei collegamenti su strada con un sistema di trasporti marittimi è decisamente allettante: non solo, o non tanto, come contributo all'alleggerimento della pressione che grava sulla rete viaria, ma soprattutto come modalità alternativa di valorizzazione, fruizione e godimento del mare e dell'intero potenziale locale.
La possibilità di spostarsi da un centro all'altro via mare può infatti offrire ai visitatori nuovi e intriganti punti di vista e differenti chiavi di lettura del territorio: la costa, con i centri storicamente legati e rivolti al mare, le specifiche attività produttive e un ricchissimo, peculiare patrimonio sia materiale che immateriale, è parte integrante dell'identità complessa del comprensorio. Affinchè il suo contributo all'unicità del sistema locale non venga banalizzato o frainteso, è tuttavia necessario tutelarne ed esaltarne la specificità e i fattori di diversità, proprio nell'ottica di quei rapporti di integrazione e complementarietà dei quali già si è parlato.
A questo scopo è opportuno declinare le modalità di fruizione a seconda delle particolarità ambientali: poiché la costa è non solo affacciata, ma aperta verso il mare e con il mare continuamente dialoga, è necessario creare e saper comunicare e raccontare quello spazio ibrido non di confine, ma di fusione e incontro tra terra e mare che porta alla luce ed esalta i ruoli e il valore di entrambi. In quest'ottica, una costa isolata dal mare e non visibile dal mare (e tale è la Costiera se ci si limita a considerare gli esigui tratti di spiaggia che interrompono la cortina delle scogliere e delle pareti strapiombanti) e un mare del quale è dato godere solo da terra rappresentano un evidente paradosso.
Vere e proprie strutture portuali si trovano solo ad Amalfi, Cetara e Maiori. Il porto principale è senz'altro quello di Amalfi, essenzialmente dedicato al traffico nautico e con una buona capacità ricettiva (300 posti per imbarcazioni dalla lunghezza massima di 40 metri): la darsena turistica risulta tuttora non praticabile, ma i due moli sono integrati da pontili galleggianti e da gavitelli collocati nel bacino portuale.
Il porto di Cetara è più piccolo, e si distingue da quello di Amalfi soprattutto per l'intensa attività peschereccia che ancora vi si svolge (a Cetara operano anche pescherecci di altura). Accanto alle strutture destinate ad accogliere le attività collaterali della pesca, il porto sta comunque ampliando la propria capacità ricettiva, orientandosi verso la nautica da diporto e l'approdo dei traghetti per il trasporto pubblico dei passeggeri. Oggi offre 60 posti barca per natanti non più lunghi di 13 metri e i servizi essenziali. L'ormeggio è tuttora vietato lungo i due moli perché non ancora collaudati: è comunque possibile ormeggiare sul primo braccio del molo di sopraflutto, e al diporto è inoltre riservato un pontile.
Il porto di Maiori può ospitare 100 imbarcazioni lunghe al massimo 16 metri, ma la sua capacità ricettiva è accresciuta dai due pontili galleggianti riservati al diporto. Positano non ha un vero e proprio porto ma semplicemente una banchina di riva e un pontile in ferro, entrambi in condizioni di manutenzione non ottimali e per questo interdetti all'ormeggio e all'attracco dei natanti. Dalla spiaggia di Marina Grande parte inoltre un pontiletto stagionale utilizzabile solo per l'imbarco e lo sbarco. Nonostante i limiti strutturali, Positano è comunque interessata da intensi flussi marittimi, la maggior parte dei quali riconducibili a forme di escursionismo giornaliero che senz'altro contribuiscono all'eccessivo e paradossale affollamento estivo. I gavitelli collocati in rada consentono l'ormeggio a 150 imbarcazioni (lunghezza massima 20 metri), mentre i traghetti e le motonavi del trasporto passeggeri approdano sulla banchina.
Oltre che ad Amalfi, Cetara, Maiori e Positano, le imbarcazioni che effettuano trasporto passeggeri approdano anche a Vietri sul Mare e a Minori. Durante il periodo estivo, Amalfi e Positano sono inoltre collegate a Napoli, Salerno e Sorrento. Richieste di autorizzazione per la costruzione di approdi e pontili sono state avanzate da Furore, Atrani e Praiano, ma non hanno finora avuto seguito. Sembra tuttavia piuttosto evidente che l'interesse prevalente delle amministrazioni locali sia rivolto alla costruzione di darsene e porti turistici, piuttosto che alla creazione di una rete stabile di collegamenti marittimi.
Gli approdi attualmente esistenti potrebbero comunque già essere sufficienti per valorizzare la fascia costiera offrendo valide alternative alle attuali modalità di fruizione. Quanto al turismo nautico, se ben gestito ed integrato in un sistema globale di offerta potrebbe a sua volta rappresentare non più una minaccia, ma un'opportunità di valorizzazione dell'intero comprensorio.

1_A conferma di quanto detto si vedano i dati relativi all'incremento del parco veicolare ("L'istruzione, le condizioni abitative e altri indicatori socio-economici" nel paragrafo "La componente antropica") e le risposte fornite dai visitatori ai questionari distribuiti negli alberghi (nel paragrafo "Il turismo").
 
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