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Immagine turistica, aspettative e motivazioni

Ogni viaggio inizia prima della partenza. Inizia con un'immagine dei luoghi, e con i significati e le connotazioni che a quell'immagine vengono più o meno consapevolmente attribuite. Inizia con i bisogni e i desideri che essa riesce a solleticare e risvegliare. Inizia, anche, con le aspettative che quell'immagine contribuisce a creare.
L'immagine turistica è lo specchio di modelli culturali, di valori, di preferenze ed esigenze già ben radicati nelle società di partenza dei flussi turistici. Ne interpreta le richieste ed elabora risposte. In bilico tra la promozione pubblicitaria e la produzione culturale finisce per radicarsi in modo profondo, quasi indelebile, nell'immaginario collettivo, nelle fantasie, nei sogni e nelle abitudini di consumo di intere società di potenziali visitatori.
L'immagine turistica promette la soddisfazione dei bisogni e la realizzazione dei desideri. Non è che una delle molteplici interpretazioni possibili dei luoghi, ma si impone come fosse l'unica. È fortemente connotata, culturalmente e temporalmente determinata, ma si propone come realtà oggettiva. È parziale, ma viene accettata come completa ed esaustiva.
L'interesse per un'analisi dell'immagine turistica della Costiera Amalfitana è dunque duplice: da un lato essa rappresenta il push factor, l'elemento che attrae e induce il potenziale turista a sceglierla preferendola alle altre, infinite destinazioni possibili; dall'altro propone e impone una percezione dei luoghi che spesso nemmeno l'esperienza diretta riesce a modificare, alimentando aspettative, assegnando ruoli, condizionando atteggiamenti e orientando i comportamenti turistici.
Perché trascorrere una vacanza in Costiera? Quali luoghi meritano di essere visitati e perchè? Dove soggiornare? Che cosa fare e come comportarsi? Che cosa si vedrà, e come? Che cosa aspettarsi? E quali saranno le emozioni, le sensazioni che si proveranno? Tutto questo è implicitamente riassunto nell'immagine turistica diffusa dalle riviste, dai tour operators, dai dépliant, dai potentissimi mass-media.
Nell'interazione costante con i mutevoli modelli culturali delle società di partenza, le logiche della promozione pubblicitaria fanno sì che l'immagine tenda ad adattarsi, più che a proporre. Ma che cosa succede quando l'immagine ormai radicata di un'area turistica diventa obsoleta, incoerente con quegli stessi instabili e mutevoli modelli culturali? E ancora: che cosa succede quando si verifica uno scollamento troppo ampio tra l'immagine e la realtà, quando la selezione operata dall'immagine finisce per sminuire le potenzialità dell'area, o quando le aspettative create prima della partenza non possono essere soddisfatte dall'offerta locale?
A queste domande si risponderà meglio in una fase successiva della ricerca, tramite l'analisi critica delle forme e dei contenuti dell'attuale valorizzazione turistica del territorio e del suo patrimonio. Per il momento, sembra importante soffermarsi su ciò che precede e segue l'esperienza dei luoghi: sui contenuti dell'immagine turistica attualmente diffusa, sulle motivazioni che vengono proposte per il soggiorno, sulle aspettative alimentate prima della partenza e sul livello di soddisfazione dei visitatori, dopo il contatto diretto con il territorio e con l'offerta locale.
Dalla lunga storia turistica della Costiera è nato un campionario di immagini e percezioni che, sedimentate e stratificate, oggi si sovrappongono, si mescolano e si confondono, sfumando l'una nell'altra e finendo per cristallizzarsi in veri e propri stereotipi. Non sono immagini pure, ma piuttosto miti di seconda mano. Sono interpretazioni di interpretazioni, percezioni rivedute e corrette da culture differenti rispetto a quelle che le hanno generate. Ma sono profondamente radicate, forti e permanenti, tanto più autorevoli perché scaturite dal gusto e dalla sensibilità estetica di viaggiatori d'eccezione, scrittori, artisti e intellettuali oltretutto - è fondamentale ricordarlo - in massima parte stranieri.
Certo, l'affinità e la coerenza con l'immagine della Costiera così come è stata percepita e vissuta dai viaggiatori del passato dipende in larga parte dalla sensibilità e dalla preparazione culturale del singolo visitatore. Dipende dalla conoscenza diretta delle fonti, opere letterarie, dipinti o composizioni musicali che siano. Dipende, anche, dalla conoscenza del loro substrato e del contesto storico, culturale e artistico, che sola può consentire di rintracciare i filtri interposti tra quelle percezioni e la realtà e di risalire, per quanto in modo approssimativo, ad un'immagine più veritiera dei luoghi del passato.
E tuttavia, qualcosa di quelle interpretazioni è certamente passato nell'immaginario collettivo, nonché in quello di ogni visitatore. Sono cenni, labili tracce, spunti incompleti. Ma per quanto impreciso, scarno, banalizzato e persino fuorviante, un minimo comune denominatore esiste. È lì, negli occhi e nella mente di chi prende contatto con luoghi di cui ha letto, di cui ha sentito parlare, di cui ha già visto se non quadri, certamente fotografie. È lì e agisce, continuamente. Condiziona la percezione e le emozioni del visitatore, ne forma gli atteggiamenti, ne guida il comportamento.
Per questo vale la pena di individuare le interpretazioni che più di altre continuano ad avere un ruolo nella costruzione e nella diffusione dell'immagine turistica della Costiera. Come è prevedibile, i contributi più importanti provengono dalle fasi più note della storia turistica, che a loro volta coincidono con le temperie culturali meglio conosciute dai più.
In primo luogo il Grand Tour che ha portato i primi viaggiatori nel Sud, alla scoperta di una terra ignota. Ai viaggi di formazione sette-ottocenteschi risalgono tratti dell'immagine nati con l'attenzione illuministica per le specie botaniche, con le prime trattazioni degli agronomi sui sistemi colturali e sul paesaggio agrario con i celebri terrazzamenti, con l'anelito all'incontro con l'antichità sfociato nella passione antiquaria.
Ancor più forte e pervasiva è l'influenza della Costiera dei romantici. L'immagine anche turistica della nostra area è ancora oggi permeata dal mito di sublimi paesaggi di scogliere e precipizi, della pittoresca varietà dei luoghi e degli scorci, delle poetiche rovine medievali, della tormentata e struggente empatia con una natura intatta, pura e selvaggia, non contaminata dalla presenza dell'uomo.
All'orientalismo si deve la scoperta della Costiera moresca di archi ogivali ed esotica sensualità che trova l'apoteosi a Ravello. Gli artisti stravaganti, i dissidenti politici e gli intellettuali hanno contribuito all'invenzione di una Positano cosmopolita, eccentrica ed élitaria, originale ed esclusivo centro di produzione culturale.
Nel secondo dopoguerra il boom del turismo balneare ha fatto la fortuna di Maiori e delle altre località costiere, ed è quest'ultimo aspetto che oggi rischia di dominare l'immagine divulgata e veicolata dall'industria turistica e dai mass-media. Le più recenti tendenze del mercato, con la ricerca di località relativamente poco affollate e la domanda di una fruizione turistica diversificata (ambiente e beni culturali, escursionismo, enogastronomia, turismo naturalistico e sportivo...) richiedono tuttavia un'immagine anch'essa complessa e diversificata, finendo per riscoprire e recuperare ora questo, ora quell'elemento delle percezioni che si sono via via succedute nel corso del tempo.
Per analizzare l'immagine turistica attualmente proposta sul mercato è stata svolta una breve ricerca sul web. L'indagine è volutamente esemplificativa, senza alcuna pretesa di esaustività né, tantomeno, di scientificità. In sintesi, si è voluto tentare un piccolo esperimento mettendosi nei panni di un potenziale visitatore che intenda informarsi sulla nostra area facendo ricorso ai motori di ricerca e ai siti presenti su Internet. La fonte è stata scelta per la sua pervasività, perché offre contenuti sotto forma sia di testi che di immagini, perché diffonde le medesime informazioni a scala internazionale. Inoltre, il ricorso a Internet è una modalità sempre più frequente e diffusa per raccogliere informazioni sulle destinazioni turistiche, sia prima che dopo aver scelto la propria meta._1
Le schede qui di seguito riportate in elenco (e consultabili dopo un semplice click) sintetizzano, suddividendoli per tipologia, quelli che potremmo definire i motivi di interesse proposti per nove dei tredici comuni considerati.
// scheda di Amalfi
// scheda di Conca dei Marini
// scheda di Furore
// scheda di Maiori
// scheda di Minori
// scheda di Positano
// scheda di Praiano
// scheda di Ravello
// scheda di Scala

Una colonna è stata dedicata agli "itinerari nel territorio", al fine di valutare il grado di integrazione dell'offerta dei diversi comuni o, al contrario, la tendenza a proporsi come basi di partenza per escursioni a siti turistici esterni al sistema locale.


Come risulta dalle schede, i siti web consultati presentano un'offerta turistica piuttosto ampia e variegata, almeno dal punto di vista quantitativo. Passando ad una sommaria valutazione della qualità dei contenuti, bisogna notare come dai diversi testi emergano significative analogie di impostazione.
In particolare, le motivazioni culturali sono per lo più limitate ai principali beni monumentali, sinteticamente presentati tramite un breve profilo storico-artistico. Gli unici cenni al patrimonio diffuso riguardano le cartiere di Minori, il ciclo di pittura medievale e i luoghi "minori" dell'itinerario alfonsiano a Scala, i murales di Furore. Non vi è traccia del patrimonio immateriale: avulse dal loro contesto, le stesse feste e ricorrenze rischiano di scadere nel folcloristico, mentre i prodotti tipici e l'enogastronomia si trasformano in semplici pretesti "goderecci".
In secondo luogo, il tanto celebre (e celebrato) paesaggio della Costiera si risolve in poche notazioni di carattere essenzialmente estetico/panoramico, che fanno riferimento ai più diffusi stereotipi: i giardini con i classici terrazzamenti, le scogliere a picco sul mare limpido.
Infine, gli itinerari proposti promuovono le località della Costiera come comode basi di partenza per escursioni ai più noti siti turistici campani. Con le eccezioni di Amalfi, di Positano, della celeberrima Grotta dello Smeraldo e della valle di Tramonti raggiungibile da Maiori e da Minori sembrano non esserci iniziative tese a trattenere i visitatori sul territorio presentandolo come un sistema unitario e promuovendo anche le località vicine per creare delle sinergie tra i comuni.
Nel complesso, è evidente un giusto sforzo di diversificazione dell'offerta teso a superare la monofunzionalità estiva e balneare. Ma proprio in quest'ottica sussistono gravi criticità: la disorganicità di un'offerta evidentemente non fondata sull'analisi delle reali potenzialità dell'area; una certa superficialità dei contenuti; l'assenza di un legame forte con il territorio e con il contesto storico, culturale e ambientale, che provoca la banalizzazione delle motivazioni e delle attrattive; la confusione creata da iniziative non coordinate e l'assenza di integrazione, che costringe ogni località ad offrire di tutto un po' anziché focalizzare gli sforzi sui propri reali punti di unicità ed eccellenza.

1_Sono stati consultati i seguenti 14 siti:
www.capriweb.com
www.amalfiweb.it
www.italiadonna.it
ecostieramalfitana.it
www.sunland.it
www.amalfiscoast.com
www.nautica.it;
www.amalfistore.it
www.avelanelmediterraneo.it
www.positanonline.it
www.cmpenisolamalfitana.org
www.culturalweb.it
www.salernocity.com
guide.supereva.it
 
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