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I flussi turistici

L'analisi dei flussi turistici è basata sui dati forniti dall'Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, che includono i comuni di Amalfi, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti e Vietri sul Mare. Rispetto all'area oggetto di studio, resta escluso il comune di Atrani. L'esiguità dell'offerta in quest'ultima località è comunque indicativa di un afflusso turistico di entità trascurabile, in ogni caso non tale da inficiare i risultati dell'analisi.
Nel 2003 sono stati complessivamente registrati 415.546 arrivi e 1.617.816 presenze (grafico 3.01 e grafico 3.02). Rispetto al 1990, la crescita è stata rispettivamente dell'89% e del 32%. Entrambi gli aumenti sono il risultato di un andamento altalenante. Alla stagnazione dei primi anni Novanta è seguita una crescita dapprima lenta, poi più marcata fino ai picchi del 1995 e del 1996. Dopo un anno di stasi, il 1998 ha visto un consistente aumento degli arrivi e una lieve diminuzione delle presenze. I due anni successivi hanno segnato una nuova crescita seguita da una sostanziale stagnazione forse interrotta da una ripresa nel 2003 soltanto accennata (grafico 3.03).
Passando all'analisi dei diversi segmenti di clientela, gli arrivi degli italiani e quelli degli stranieri hanno seguito trend sostanzialmente analoghi almeno fino al 1999, ricalcando la tendenza a balzi e brusche frenate già evidenziata per il dato generale (grafico 3.04). Negli ultimi anni si sono invece registrate variazioni di segno opposto (aumento degli arrivi stranieri e calo di quelli italiani o viceversa, tra il 2000 e il 2003), pur nel quadro della generale tendenza alla stagnazione (grafico 3.06). È bene notare come tra il 1990 e il 2003 gli arrivi degli italiani siano aumentati del 65%, quelli stranieri addirittura del 135%.
Diversi i trend delle presenze. Dopo anni di andamento costante, le presenze italiane sono aumentate nel 1996 per poi diminuire bruscamente con un vero e proprio crollo nel 1998. Gli anni più recenti sono stati caratterizzati da forti oscillazioni delle variazioni percentuali pur nel quadro di valori assoluti più o meno costanti, in debole ripresa proprio nel 2003 (grafico 3.05 e grafico 3.06). Le presenze straniere sono costantemente aumentate, con incrementi più marcati dalla metà degli anni Novanta, per segnare il passo solamente a partire dal 2001 (grafico 3.05 e grafico 3.06). Come risultato di queste evoluzioni, tra il 1990 e il 2003 le presenze italiane hanno conosciuto una crescita del 20% a fronte di un aumento di quelle straniere superiore al 53%.
Pertanto, anche se gli italiani rimangono tuttora più numerosi degli stranieri, le variazioni dei dati evidenziano un graduale processo di sostituzione della clientela, processo in atto dalla seconda metà degli anni Novanta e confermato dall'evoluzione della composizione percentuale di arrivi e presenze (tabella 3.01 e tabella 3.02): nonostante una lieve inversione di tendenza, nel 2003 la clientela straniera rappresentava poco più del 42% sia degli arrivi che delle presenze. La composizione per provenienza della clientela italiana e straniera è riportata nella tabella 3.07 e nella tabella 3.08.
Per quanto riguarda la distribuzione dei flussi nelle diverse tipologie di strutture ricettive, è evidente la preferenza accordata alla ricettività alberghiera (grafico 3.07 e grafico 3.08). Si tratta di una tendenza costante e consolidata (tabella 3.03 e tabella 3.04), caratteristica della clientela sia italiana che straniera. Tuttavia, mentre per gli anni Novanta si può parlare di un ulteriore, lento ma continuo spostamento verso gli esercizi alberghieri culminato nel 1997 e 1998, il nuovo decennio ha segnato un'inversione di tendenza accentuatasi nel 2002 e nel 2003 (grafico 3.09).
In poco più di dieci anni, la durata dei soggiorni è diminuita drasticamente. Si tratta di una tendenza non recente e ormai consolidata a livello nazionale, imputabile non solo a motivazioni economiche ma anche alla diffusa preferenza per vacanze brevi e più frequenti. Dai 5,6 giorni di permanenza media del 1990 si è così passati ai 3,9 del 2003. Per tutta la prima metà degli anni Novanta i soggiorni degli stranieri sono stati più lunghi di quelli degli italiani, con un picco di 6,3 giorni a fronte dei 5,1 della clientela nazionale nel 1993. A partire dall'anno successivo i due dati si sono però considerevolmente avvicinati, seguendo andamenti e perfino variazioni annuali del tutto simili. La permanenza media degli stranieri è stata inferiore a quella degli italiani solo nel 1996 (4,6 giorni contro 4,9), ma sia nel 1997 che nel 2003 i due dati hanno finito praticamente per coincidere (grafico 3.10).
Interessante è l'andamento della durata media dei soggiorni nelle strutture alberghiere ed extra-alberghiere (grafico 3.11). Il dato più evidente è la drastica riduzione del dato relativo alle strutture complementari, passato dai 15 giorni del 1990 ai 7 del 1998. Da allora si è registrata una ripresa costante, fino ai 9,6 giorni del 2003. Questo aumento, che corrisponde a una lenta ma continua riduzione della durata dei soggiorni negli alberghi, sembra suggerire una correlazione tra la scelta della struttura ricettiva e il tipo e la durata della vacanza (visita o villeggiatura, ad esempio). Non a caso le strutture extra-alberghiere assorbivano nel 2003 il 16% delle presenze e appena il 6,5% degli arrivi. Tuttavia, non si può dimenticare la preferenza accordata all'ospitalità alberghiera dalla stragrande maggioranza dei turisti (più del 93% degli arrivi, 84% delle presenze).
I dati mensili forniti dall'EPT di Salerno per il 2003 includono Atrani, ma non comprendono il comune di Tramonti. Anche in questo caso si ritiene comunque che la mancanza non sia tale da incidere in misura significativa sul dato generale.
La distribuzione mensile degli arrivi e delle presenze mostra una stagionalità piuttosto accentuata, ma non esasperata (grafico 3.12 e grafico 3.13). Infatti, se è vero che i picchi sono raggiunti nei mesi estivi, valori non trascurabili si registrano durante tutto il periodo tra aprile ed ottobre. Gli arrivi aumentano in marzo per subire un'impennata già in aprile, crescono lentamente in maggio e in giugno, addirittura diminuiscono in luglio per poi aumentare nuovamente fino al culmine di settembre. In ottobre si registrano valori simili a quelli di giugno, mentre novembre segna il crollo improvviso ai dati di marzo. Una debole ripresa caratterizza il mese di dicembre, ma in gennaio e febbraio si toccano i valori minimi.
La distribuzione mensile delle presenze è lievemente diversa. Anche in questo caso i valori più bassi corrispondono ai primi mesi dell'anno, ma l'aumento è posticipato di un mese rispetto al trend degli arrivi. Così, marzo registra quasi lo stesso dato di gennaio. La crescita inizia bruscamente ad aprile, ma contrariamente a quanto avviene per gli arrivi maggio e giugno segnano ulteriori, consistenti aumenti. Il dato di luglio è costante, agosto corrisponde al picco (si ricorda che quello degli arrivi è in settembre), in settembre inizia un calo piuttosto rapido che riporta i valori di ottobre approssimativamente al livello di quelli di maggio/giugno. Novembre e dicembre registrano più o meno lo stesso numero di presenze, di poco superiore al valore di marzo.
Come è logico, la differenza di fase nella distribuzione mensile degli arrivi e delle presenze trova riscontro nella diversa durata dei soggiorni (grafico 3.14). La permanenza media tocca il valore massimo di 5,6 giorni in gennaio per poi scendere bruscamente fino al minimo di aprile. Segue un aumento graduale fino ai 5 giorni di agosto. In settembre, ottobre e novembre i soggiorni durano mediamente poco meno di 4 giorni, in dicembre solo 3,2.
Rispetto a questo andamento generale, si notano alcune significative differenze tra i flussi italiani e quelli stranieri:
- Gli arrivi italiani aumentano bruscamente nei primi mesi dell'anno, raggiungono un primo picco in aprile per poi diminuire leggermente, fino a luglio. Agosto registra il valore più alto. Settembre e ottobre vedono una diminuzione piuttosto accentuata, seguita dal crollo di novembre e dalla ripresa di dicembre.
- La crescita degli arrivi stranieri è più graduale e prosegue fino a giugno, mese in cui i valori si equivalgono. Seguono un primo calo in luglio e agosto e il picco di settembre, unico mese in cui gli arrivi stranieri sono più numerosi di quelli italiani. In ottobre i dati si equivalgono nuovamente, su valori non dissimili da quelli di giugno. Negli ultimi mesi dell'anno gli arrivi stranieri quasi si annullano, mantenendosi costanti fino alla fine di febbraio.
- Le presenze italiane subiscono una prima flessione in febbraio e marzo, aumentano in aprile (presumibilmente per le vacanze in occasione della Pasqua) per poi crescere lentamente fino a giugno e impennarsi in agosto. Seguono la rapida discesa di settembre, ottobre e novembre e una ripresa in dicembre, comunque meno significativa di quella degli arrivi.
- Le presenze straniere, come gli arrivi, presentano un andamento più graduale. Dal minimo di gennaio aumentano fino ad eguagliare quelle italiane in maggio e a superarle in giugno. Luglio e agosto segnano un decremento. La lieve ripresa di settembre riporta il valore su quello del dato italiano e anche in ottobre i dati sono molto vicini. Con novembre le presenze straniere quasi si annullano, come gli arrivi.
In conclusione, si può affermare che l'afflusso turistico dei mesi di novembre, dicembre, gennaio, febbraio e anche marzo sia riconducibile essenzialmente alla clientela italiana. La stagione turistica vera e propra inizia in aprile, con una prevalenza dapprima di turisti italiani (Pasqua) e poi di stranieri, in maggio e giugno. In luglio e agosto prevalgono nuovamente gli italiani, mentre la preferenza degli stranieri va a settembre e, in parte, a ottobre.
Per quanto riguarda la permanenza media, quella degli italiani ricalca l'andamento del dato generale. La curva relativa ai soggiorni degli stranieri è invece in controtendenza: soggiorni più lunghi della media nei mesi di novembre, dicembre, gennaio, febbraio e marzo; soggiorni più brevi della media in agosto e settembre.
Infine, sembra interessante notare come nei mesi che non ricadono nella stagione turistica vera e propria le strutture extra-alberghiere riscuotano maggiore favore che in alta stagione. Nel gennaio 2003, ad esempio, questo tipo di ricettività ha accolto ben il 45% delle presenze (tabella 3.05 e tabella 3.06).
 
Approfondimenti
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Grafico 3.03 Variazione percentuale degli arrivi e delle presenze download >>
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Grafico 3.13 Presenze mensili 2003 download >>
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Grafico 3.12 Arrivi mensili 2003 download >>
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Grafico 3.11 Permanenza media per tipologia di
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Grafico 3.10 Permanenza media per provenienza
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Grafico 3.09 Variazione percentuale degli arrivi e delle presenze per tipologia di struttura ricettiva download >>
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Grafico 3.08 Presenze per tipologia di struttura ricettiva download >>
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Grafico 3.07 Arrivi per tipologia di struttura ricettiva download >>
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Grafico 3.06 Variazione percentuale degli arrivi e delle presenze per provenienza della clientela download >>
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Grafico 3.14 Permanenza media mensile (2003) download >>
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Grafico 3.04 Arrivi per provenienza della clientela download >>
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Tabella 3.01 Composizione percentuale degli arrivi per provenienza della clientela download >>
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Grafico 3.02 Totale delle presenze download >>
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Grafico 3.01 Totale degli arrivi download >>
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Tabella 3.08 Composizione della clientela straniera (2003) download >>
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Tabella 3.07 Composizione della clientela italiana (2003) download >>
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Tabella 3.06 Composizione percentuale delle presenze mensili per tipologia di struttura ricettiva (2003) download >>
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Tabella 3.05 Composizione percentuale degli arrivi mensili per tipologia di struttura ricettiva (2003) download >>
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