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Prospettive

Punti critici ed opportunità

I tredici comuni che fanno parte della Costa d'Amalfi hanno pesi demografici molto diversi, spaziando dagli 8665 abitanti di Vietri sul Mare ai 707 di Conca dei Marini. I comuni più popolosi coincidono con le principali località turistiche della fascia costiera, in particolare Amalfi, Maiori e Positano. L'eccezione è rappresentata da Tramonti, che con 4046 abitanti si colloca tra Maiori e Positano.
In termini generali i comuni della fascia collinare - in particolare Tramonti e Scala, gli unici privi di sbocchi sul mare - sono più estesi. Associata ai diversi pesi demografici questa caratteristica, che può essere messa in relazione con la prevalenza dell'insediamento sparso in collina e con la presenza di borghi fortemente accentrati lungo la costa, determina un evidente dualismo nelle densità della popolazione. Da un lato si trova il rado popolamento dei comuni collinari (Scala, Tramonti, Ravello), dall'altro le densità notevolmente maggiori dei centri costieri. Caso limite è quello di Atrani, la cui altissima densità può essere spiegata solo dalla topografia urbana e dall'esiguità dello spazio a disposizione.
Tale squilibrio tra i centri costieri e quelli interni è andato accentuandosi nel corso della seconda metà del XX secolo, come risulta evidente dalle variazioni delle densità tra il 1951 e il 2003. Gli anni 1990-2003 mostrano tuttavia, se non un'inversione di tendenza, segnali di cambiamento in direzione del riequilibrio. Non è da escludersi che tale cambiamento possa essere incoraggiato dalla congestione della fascia costiera, dalle sensibili differenze nei prezzi dei terreni e degli immobili o, ancora, dalla "maturità" economica e produttiva dei comuni della costa cui corrispondono timidi segnali di ripresa dei più "giovani" comuni collinari.
Lo stesso andamento demografico sembra andare nella direzione, se non del riequilibrio, quantomeno di un rallentamento o di un arresto nell'approfondirsi del divario. Infatti, se nel suo complesso la Costa d'Amalfi sta tuttora attraversando una lunga fase di calo demografico, negli anni più recenti il declino è stato meno accentuato nei comuni più piccoli e in quelli collinari, dove anzi si è registrato un saldo positivo. In particolare, spicca l'inversione di tendenza di Maiori, probabilmente connessa alle difficoltà incontrate dal settore turistico (fatto che potrebbe spiegare lo squilibrio tra popolazione residente e popolazione presente).
Gli andamenti recenti della popolazione presente (che dal 1981 varia in controtendenza rispetto a quella residente) possono ritenersi indicativi di due fenomeni intrecciati: da una lato la minore offerta di lavoro (in valore assoluto) dovuta al declino demografico; dall'altro la disponibilità o scarsità di posti di lavoro. Effettivamente, nel complesso e per quasi la metà dei comuni la popolazione presente è oggi addirittura più numerosa di quella residente (situazione opposta è quella di Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Maiori, Minori e Tramonti).
Il calo demografico è conseguenza della dinamica naturale della popolazione tanto quanto dei flussi migratori. Da quest'ultimo punto di vista le situazioni dei tredici comuni sono però notevolmente diversificate. Ciò che più colpisce dei bilanci demografici del 2003 è l'ottima performance di Tramonti, cui fanno da contraltare i cali di Scala e Ravello. Esiste un'oggettiva difficoltà ad individuare gruppi omogenei. Nel complesso, è lecito ritenere che buona parte dei trasferimenti di residenza avvengano tra i comuni della Costiera, e che molte persone lavorino (e qualche volta abitino, magari affitando l'abitazione più vicina alla costa) in un comune diverso da quello di residenza. Questo sarebbe coerente con le variazioni della popolazione presente nei diversi comuni, e spiegherebbe la scarsa attrattività dei comuni turisticamente più sviluppati (e congestionati) con la probabile impennata del mercato immobiliare e, forse, anche con la ricerca di una migliore qualità ambientale.
Come risulta dalle piramidi delle età, i comportamenti demografici sono in linea con le tendenze rilevate a scala nazionale. Ciononostante, gli indici di senilità descrivono una popolazione più anziana della media provinciale. Tale struttura per età è insieme causa ed effetto della diminuzione della natalità. Il grado di invecchiamento della popolazione è un fattore critico di cui tenere conto sia in vista della carenza di strutture e servizi adeguati, sia qualora si debbano valutare le risorse umane disponibili.
Sul breve periodo il ricambio della popolazione attiva può comunque dirsi assicurato. Ben più preoccupante l'indice di ricambio della popolazione, che lascia prevedere una significativa contrazione demografica. Un'inversione di tendenza dei saldi demografici non sembra quindi possibile, a meno di consistenti flussi immigratori. Tale eventualità non è tuttavia probabile, almeno stando agli attuali indici migratori e al tasso di disoccupazione che rimane alto.
In realtà, i comuni della Costiera - in particolare Positano, Amalfi e Ravello - ospitano un numero piuttosto consistente di residenti stranieri. Le nazioni di provenienza suggeriscono tuttavia che si tratti di persone che hanno conosciuto la Costiera come turisti e che vi si sono in seguito trasferite, presumibilmente all'età della pensione. Questo fenomeno dimostra la forza di una certa immagine dei luoghi, contribuendo nel contempo a rafforzarne il mito. È inoltre di grande interesse per lo sviluppo e la testimonianza di quello specifico ibrido culturale che in questa ricerca è stato a tutti gli effetti inserito nell'analisi del patrimonio locale._1
Per quanto riguarda la struttura produttiva, nel 2001 il settore terziario assorbiva il 72% degli occupati, contro il 35% del 1961. Tale aumento ha sottratto manodopera ad entrambi gli altri settori, ma soprattutto al primario. Si tratta di una tendenza diffusa e generalizzata di scala nazionale ed europea, che nel caso specifico della Costa d'Amalfi può essere ricondotta tanto allo sviluppo turistico (pull-factor) quanto alla crisi e all'abbandono delle attività tradizionali, in particolare dell'agricoltura (push-factors). Non è infatti un caso che le quote più alte di occupati nel terziario si trovino ad Amalfi e nella vicina Atrani, seguite da Praiano, Ravello, Positano e Maiori. Le maggiori percentuali di occupati nell'industria si riscontrano a Vietri sul Mare e a Furore; nel primario a Cetara (pesca), Tramonti e Scala (agricoltura).
La modernizzazione della struttura economica e produttiva intervenuta nella seconda metà del Novecento ha comunque profondamente mutato e trasformato la fisionomia della maggior parte dei comuni, soprattutto di quelli interessati da una crescita turistica recente e/o più pesantemente colpiti dalla crisi delle attività tradizionali, con conseguenze intuibili nella sfera sociale e culturale e nel rapporto con il patrimonio e con il contesto ambientale e territoriale.
Dalla distribuzione degli occupati per sezioni di attività economica il settore alberghiero e della ristorazione risulta essere il perno dell'occupazione soprattutto nelle località turistiche che si potrebbero definire "storiche" (Amalfi, Positano e Ravello) e in quelle ad esse più vicine (Atrani, Praiano e Scala), cui si sono recentemente aggiunte Furore e Conca dei Marini. Seguono il commercio, le manifatture, le costruzioni (queste ultime soprattutto nei comuni meno usurati e congestionati come Conca dei Marini, Furore, Scala e Tramonti) e la pubblica amministrazione. Le più alte percentuali di occupati in agricoltura si trovano nei comuni collinari di Scala e Tramonti (a Ravello, evidentemente, prevale l'economia turistica).
Dall'analisi di questi stessi dati emergono alcuni indizi di quelle che potremmo definire le specializzazioni dei diversi comuni: gli occupati nella pesca sono concentrati a Cetara; quelli che operano nelle manifatture a Vietri e Positano; Maiori, Vietri e Tramonti offrono concentrano gli occupati nelle costruzioni; Amalfi, Positano, Praiano, Maiori e Ravello fanno lo stesso per alberghi e ristoranti. Tali specializzazioni sono confermate dai dati del censimento 2001 sulla distribuzione territoriale delle unità locali delle imprese e degli addetti suddivisi per sezione economica.
Nel decennio 1991-2001 gli addetti sono aumentati considerevolmente e le unità locali sono diventate più grandi, anche se la loro crescita numerica è stata inferiore alla media provinciale (a Cetara, Tramonti e Vietri le unità locali sono diminuite). I comuni periferici hanno registrato tassi di crescita superiori a quelli dei centri trainanti dell'economia locale ma Amalfi, Maiori, Positano e Vietri continuano a concentrare più del 60% sia delle unità locali che degli addetti.
Con riferimento al numero di unità locali e di addetti, tra il 1991 e il 2001 il settore alberghiero e della ristorazione, i trasporti e soprattutto le attività immobiliari, professionali e imprenditoriali hanno registrato una crescita. Le manifatture e le costruzioni sono rimaste stabili. La pesca, l'estrazione di minerali e le attività commerciali hanno segnato un calo.
Passando alla distribuzione territoriale delle industrie, le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco sono concentrate a Tramonti, Maiori, Vietri, Amalfi e Ravello. Presumibilmente, a Tramonti si trovano le imprese impegnate nella lavorazione dei derivati del latte e nella produzione vinicola; negli altri comuni e soprattutto ad Amalfi, Maiori e Ravello si troveranno quelle che producono liquori, in particolare limoncello. A Positano sono localizzate le industrie tessili e dell'abbigliamento, mentre Vietri conferma il proprio predominio nel settore della ceramica.
Di particolare interesse è risultata l'analisi del settore agricolo. Il 74% delle aziende agricole ha sede a Tramonti, Maiori, Ravello, Scala, Amalfi e Positano. I soli comuni di Tramonti, Scala, Maiori e Positano concentrano il 75% della superficie totale, mentre il 63% della SAU si trova a Tramonti, Scala, Ravello e Positano. Facendo riferimento sia alla localizzazione delle aziende che agli usi del suolo, i comuni collinari di Tramonti, Scala e Ravello vedono dunque confermata la propria specifica fisionomia agricola, anche se il settore è ben rappresentato anche a Maiori e Positano.
La quasi totalità della superficie agraria è di proprietà. Le aziende agricole sono però solitamente piccole o piccolissime: l'87% ha una superficie pari o inferiore a 2 ettari, il 75% non raggiunge un ettaro. Le aziende più grandi si trovano soprattutto a Tramonti, Scala, Ravello e Maiori, ossia nei comuni che offrono le più ampie superfici territoriali. La forma di conduzione nettamente prevalente è quella familiare, con scarso ricorso a manodopera extrafamilare e a salariati. La manodopera agricola è concentrata a Tramonti, Scala, Ravello, Maiori ed Amalfi, ed è infatti costituita per l'89% dai conduttori con i loro coniugi, parenti e familiari.
Nel complesso, la SAU corrisponde a circa un quarto della superficie totale. I boschi ne ricoprono il 68%, mentre piuttosto bassa è la quota di superficie agraria non utilizzata (6%), dato che indica uno sfruttamento minuzioso ed intensivo della terra disponibile. Gli elementi caratterizzanti del paesaggio agrario sono quindi i boschi - ben presenti in tutti i comuni della Costiera ma soprattutto a Maiori, Tramonti, Scala, Ravello e Positano - e le coltivazioni legnose agrarie, che occupano l'80% della SAU. Tra queste, la coltivazione del limone è praticata soprattutto a Maiori, Minori, Amalfi e Ravello. Gli ulivi sono molto meno diffusi e si trovano quasi esclusivamente a Maiori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti e Vietri. Tramonti è il principale centro della viticoltura e della produzione vinicola. Infine, i tre comuni collinari dedicano una quota della superfcie totale ai castagni.
L'allevamento è attività tipica di Tramonti, Scala e Ravello. Questi stessi comuni si distinguono per la produzione di latte e per la lavorazione dei suoi derivati. Ancora molto diffusa è la raccolta delle acque pluviali per l'irrigazione, fatto che è possibile mettere in relazione con i tradizionali sistemi di raccolta e canalizzazione dell'acqua.
Sebbene in declino, l'agricoltura svolge tuttora un ruolo importante in alcune economie locali e, senz'altro, nella conservazione della qualità ambientale dell'intera area. Poiché le piccole dimensioni delle aziende, la tipologia prevalente di conduzione, le colture praticate e la stessa morfologia concorrono nell'ostacolare la meccanizzazione, è tuttavia evidente che un'eventuale rivalutazione del settore potrebbe essere basata solo sulla tipicità del prodotto, sulla garanzia della sua qualità e sulla riscoperta del valore delle tecniche agrarie tradizionali.
Riguardo all'occupazione, nel 2001 quattro comuni (Atrani, Minori, Ravello e Positano) su tredici presentavano tassi di attività superiori al dato provinciale (44%), mentre il valore più basso corrispondeva a Tramonti (37%). Coerentemente con la struttura per età della popolazione residente, rispetto al 1991 i tassi sono aumentati in tutti i comuni tranne che a Tramonti, con un incremento particolarmente alto registrato ad Atrani (+16 punti percentuali).
Tramonti e Vietri registrano i più bassi tassi di occupazione, mentre quelli più alti corrispondono ai centri turistici di Positano, Ravello e Praiano. Amalfi si trova al quinto posto in ordine decrescente, dopo Furore.
Dal confronto tra i tassi di attività e quelli di occupazione sono emerse forti discrepanze per Atrani, Vietri e Minori, mentre differenze molto contenute si trovano a Furore, Praiano, Ravello e Positano. Particolarmente buona appare la performance di questi due ultimi comuni, che con Atrani registrano i più alti tassi di attività. A conferma di quanto appena detto, Atrani, Vietri e Minori registrano i più alti tassi di disoccuppazione, superiori alla media provinciale (21%). Il valore più basso si ritrova a Furore, dove la disoccupazione è addirittura più contenuta che a Praiano, Positano e Ravello. Amalfi ha un tasso di disoccupazione leggermente più alto, superiore anche a quello di Conca dei Marini.
La disoccupazione appare comunque un fenomeno in calo: rispetto al 1991 è diminuita in tutti i comuni tranne che ad Atrani, con contrazioni particolarmente forti a Conca dei Marini, Furore e Tramonti. Interessanti i casi di questi ultimi due comuni, che evidentemente sono cresciuti pur restando ai margini del sistema turistico (soprattutto Tramonti).
Rispetto al 1991 anche la disoccupazione giovanile è generalmente diminuita, aumentando solo a Vietri e Atrani: questi stessi comuni registrano tassi superiori alla media provinciale.
Secondo le informazioni raccolte presso la sezione di Maiori dell'Ufficio provinciale del Lavoro, nel corso degli ultimi dieci anni si è verificato un aumento generalizzato sia del numero degli iscritti al collocamento che dei tassi di disoccupazione (che, ricordiamo, hanno metodologie di calcolo diverse da quelle dell'Istat). Nel 2003 apparivano particolarmente critiche le situazioni di Conca dei Marini, Maiori, Amalfi, Tramonti, Atrani e Scala, con tassi di disoccupazione superiori al 35%. I valori più bassi sono stati quelli di Vietri, Furore e Cetara. Si rileva inoltre che dal 1998 Positano ha registrato uno degli incrementi più alti.
Nel 2003 le assunzioni sono aumentate rispetto al 1999 proseguendo una tendenza che dura da almeno dieci anni, a riprova della vitalità del tessuto produttivo locale. Come negli anni precedenti, sono avvenute soprattutto nei principali centri turistici e in particolare a Positano, Amalfi e Maiori. Il 55% delle assunzioni ha riguardato i settori alberghiero e della ristorazione: seguono i servizi, il commercio e l'edilizia. È quindi evidente come i settori più vitali siano quelli direttamente o indirettamente connessi all'industria turistica.
L'agricoltura continua a rivestire un ruolo importante nell'economia locale. Infatti, anche se continuano a diminuire, le assunzioni nel settore agricolo corrispondono al 9% del totale. Esse mostrano un'elevata concentrazione a Tramonti, Maiori, Scala, Ravello e Minori: a Tramonti rappresentano il 60% del totale; a Scala il 55%.
Rispetto al 1999 e agli anni precedenti, nel 2003 si è verificata un'importante inversione di tendenza: per la prima volta il saldo tra assunzioni e licenziamenti è stato infatti positivo. Nuovi posti di lavoro sono stati creati in quasi tutti i settori, con forti percentuali in quelli direttamente o indirettamente legati al turismo. Anche l'agricoltura ha dato un contributo significativo, creando l'8% dei nuovi posti di lavoro.
Nel 1991 il grado di istruzione era piuttosto basso, ma coerente con i dati della Provincia di Salerno: il 19% della popolazione risultava priva di titolo di studio, il 4% era analfabeta. Inoltre, ben il 48% degli analfabeti avevano meno di 65 anni: questo significa da un lato che l'analfabetismo colpiva ancora le forze di lavoro; dall'altro che non si tratta di un fenomeno "residuale" riguardante esclusivamente la popolazione anziana, ma che anzi si è protratto con le generazioni nate dopo il 1926. Basse anche le percentuali di laureati (3%) e, soprattutto, di diplomati (16%). Particolarmente svantaggiati apparivano i comuni montani e in particolare Tramonti, con un preoccupante 13% di analfabeti.
La popolazione appariva mediamente più istruita a Furore, Amalfi, Conca dei Marini e Praiano; Atrani e Amalfi presentavano le maggiori quote di diplomati; le percentuali più alte di laureati si trovavano di nuovo ad Amalfi e Atrani seguite da Conca dei Marini, Maiori e Vietri sul Mare. Accanto a Scala e Tramonti, Conca dei Marini e Furore presentavano i più alti tassi di non conseguimento della scuola dell'obbligo e i più bassi indici di conseguimento del diploma, segno che la diffusione dell'istruzione in questi comuni si fermava spesso alla licenza elementare.
A dieci anni di distanza il livello di istruzione appare migliorato in tutti i comuni. Le situazioni più critiche sono quelle di Tramonti, Scala e Furore, che registrano tuttora i più alti indici di non conseguimento della scuola dell'obbligo e le percentuali più basse di conseguimento del diploma.
Le condizioni abitative appaiono soddisfacenti dal punto di vista sia quantitativo che qualitativo. Tra il 1991 e il 2001 il divario tra il numero delle famiglie e quello delle abitazioni occupate si è ulteriormente ridotto: da un lato grazie all'aumento delle abitazioni; dall'altro per il rallentamento della crescita del numero delle famiglie, che in almeno un caso sono addirittura diminuite. Per quanto contenuta, una sensibile carenza di abitazioni in rapporto al numero di famiglie sussiste a Tramonti, Praiano e Positano.
Anche se in crescita quasi ovunque, la percentuale di abitazioni occupate di proprietà rimane piuttosto bassa soprattutto ad Atrani e Furore. A questo proposito, non è escluso che vi sia una tendenza ad affittare come seconde case le abitazioni di proprietà situate lungo la costa, per trasferirsi in altre abitazioni in affitto magari in aree interne dove i costi sono sensibilmente più bassi. Le abitazioni occupate sono comunque piuttosto grandi (più di quelle non occupate) e hanno un numero sufficiente di stanze: il numero di occupanti per stanza è inferiore all'unità in tutti i comuni e per alcuni (Positano, Ravello, Tramonti) si è verificata una diminuzione rispetto al 1991. Si rileva comunque una tendenza alla riduzione delle dimensioni delle abitazioni, che nel corso degli anni Novanta sono divenute mediamente più grandi solo a Furore e Tramonti. Buona e omogenea la dotazione di servizi, sensibilmente migliorata nell'ultimo intervallo intercensuario: forti variazioni si notano ancora solo per quanto riguarda il riscaldamento, evidentemente più diffuso nei comuni montani rispetto a quelli costieri.
Nel 2003 il numero di autovetture ogni 100 abitanti era compreso tra 44 e 65 autovetture ogni 100 abitanti. Era superiore alla media provinciale per quasi tutti i comuni, e rispetto al 1998 il parco veicolare appariva in forte crescita (tra 14 e 33 autovetture in più ogni 100 abitanti). Il fenomeno va evidentemente messo in relazione da un lato con le carenze del trasporto pubblico, dall'altro con l'eccessivo carico di traffico che pesa sulla rete viaria.
Nel 1998 otto comuni su tredici presentavano un reddito procapite superiore alla media provinciale di 10720 euro. I redditi più alti si trovavano ad Amalfi e Positano (14940 e 14090 euro), ossia nei principali centri turistici. I casi più svantaggiati erano quelli di Furore e Tramonti, entrambe con redditi inferiori alla media della Regione Campania (rispettivamente 9440 e 9650 euro).

1_ Si veda, nel capitolo "Il patrimonio", il paragrafo "La Costiera dei viaggiatori".
 
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