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La struttura produttiva

Tra il 1961 e il 2001 la quota di occupati nel settore terziario è più che raddoppiata, passando dal 35% al 72%. Sebbene tale incremento sia avvenuto a scapito di entrambi gli altri settori, è stato soprattutto il primario a risentirne: la quota di occupati nell'agricoltura si è infatti ridotta di oltre due terzi, passando dal 29% al 7% del totale. Migliore tenuta ha dimostrato il settore secondario, la cui quota è sì diminuita ma in misura meno significativa (dal 36% al 21%) (tabella 2.27, tabella 2.28, grafico 2.22 e grafico 2.23).
Confrontando i dati comunali con quelli riferiti al totale dell'area considerata emergono alcune significative differenze. Nel 2001 Scala, Tramonti e soprattutto Cetara presentavano una quota occupati nel settore primario nettamente superiore alla media (rispettivamente 11, 16 e 23%). Tale situazione trova riscontro nella percentuale di occupati nel terziario, inferiore al valore complessivo in tutti i tre comuni: Tramonti, in particolare, registra il dato più basso in assoluto (59%). Amalfi e Atrani, Positano e Praiano presentano una situazione speculare: quote molto basse di occupati in agricoltura (rispettivamente 2%, 2%, 3% e 4%) cui corrispondono percentuali di occupati nel terziario superiori alla media (85%, 87%; 75% e 78%).
Vietri sul Mare presenta quote di occupati inferiori ai valori complessivi sia per l'agricoltura che per le attività riconducibili al terziario: è infatti in questo comune che si ritrova la più alta percentuale di occupati nell'industria (30%). Dati superiori alla media si riscontrano anche a Conca dei Marini (22%), Positano (23%), Minori e Tramonti (24%) e Furore (26%). Al contrario, piuttosto basse sono le percentuali registrate a Ravello (16%), Amalfi (13%) e soprattutto Atrani (11%).
I fattori decisivi dell'attuale distribuzione degli occupati sembrano essere da un lato lo sviluppo del settore turistico, dall'altro la crisi dell'agricoltura e della pesca: il risultato è il già citato spostamento della forza lavoro dal primario al terziario. Non a caso le percentuali più alte di occupati in attività diverse sia dall'agricoltura che dall'industria si ritrovano nei principali centri turistici: Amalfi e Atrani, Maiori, Positano e Praiano, Ravello. I centri meno coinvolti dalla crescita turistica sono rimasti legati all'agricoltura (Scala e Tramonti) o alla pesca (Cetara), oppure hanno recentemente assunto una funzione industriale (esemplari i casi di Tramonti e ancor più di Furore) (tabella 2.28).
In termini assoluti, la popolazione attiva è aumentata in quarant'anni del 59%: agli estremi si collocano Tramonti (-2%, unico valore negativo), Atrani (21%) e Vietri (29%) da un lato, Positano (152%), Praiano (140%), Furore (124%) e Ravello (107%) dall'altro. Il settore primario ha perso il 63% degli occupati, il secondario il 9%: le altre attività hanno registrato un incremento pari al 230%. Di nuovo, i comuni che hanno visto maggiormente trasformata la propria struttura produttiva sono quelli direttamente o indirettamente coinvolti da uno sviluppo turistico recente e/o dalla crisi delle attività tradizionali: Atrani, Conca dei Marini, Praiano, Cetara, Furore, Ravello, Scala e Tramonti (tabella 2.29 e grafico 2.24).
L'analisi può essere utilmente approfondita considerando le sezioni di attività economica. Nel 2001 il settore "alberghi e ristoranti" assorbiva la quota più alta di attivi (20%). Seguivano il commercio con il 15%, le attività manifatturiere (12%), le costruzioni e la pubblica amministrazione, entrambe con una quota pari al 9% del totale. Una simile distribuzione evidenzia il ruolo trainante assunto dal turismo, direttamente (alberghi e ristoranti) o tramite l'indotto (commercio e costruzioni).
Ad Amalfi, Atrani, Conca dei Marini, Furore, Positano, Praiano, Ravello e Scala la quota di occupati nel settore "alberghi e ristoranti" è superiore alla media. Positano e Vietri sul Mare confermano la propria tradizione manifatturiera, ma valori piuttosto alti per la sezione "attività manifatturiere" si registrano anche a Furore, Maiori, Minori e Tramonti; l'agricoltura conserva un peso significativo a Scala e soprattutto a Tramonti, seguite da Conca dei Marini, Furore, Minori e Ravello; Cetara si distingue per il ruolo rivestito dalla pesca (un quinto del totale degli occupati). A conferma della recente localizzazione della crescita edilizia le quote più alte di occupati nelle costruzioni si ritrovano a Conca dei Marini, Furore, Scala e Tramonti, quelle più basse ad Amalfi e Atrani: evidentemente, l'attività edilizia ha potuto (o dovuto) proseguire nelle aree interne e in quelle meno congestionate_1 (tabella 2.30 e tabella 2.30a).
La tabella 2.30b e il relativo grafico 2.25 hanno lo scopo di evidenziare il grado di concentrazione di alcune attività, almeno per quanto riguarda la popolazione occupata. L'agricoltura ha le sue "capitali" a Tramonti e Maiori, seguite da Minori e Ravello; Cetara detiene l'indiscusso predominio della pesca; le attività manifatturiere sono concentrate a Vietri e Positano, cui si aggiunge Maiori; le costruzioni a Vietri, Maiori e Tramonti; per il settore alberghiero e della ristorazione spicca Amalfi seguita da Positano, Maiori, Praiano e Ravello; la distribuzione dei trasporti ricalca quella dello sviluppo turistico ad Amalfi, Maiori e Positano, mentre il predominio di Vietri è da ricondurre anche alla vicinanza di Salerno.
Con riferimento al Censimento dell'Industria e dei servizi svolto nel 2001, in dieci anni l'area oggetto di studio ha conosciuto un incremento percentuale delle unità locali delle imprese pari a circa la metà del dato provinciale. La variazione degli addetti è stata però doppia rispetto alla media della provincia, fatto che evidenzia un leggero aumento delle dimensioni delle unità locali (con riferimento alle sole imprese, da 2,6 a 2,9 addetti per unità locale). L'aumento degli addetti trova riscontro nel rapporto addetti/abitanti, divenuto nel 2001 superiore al dato provinciale (tabella 2.31, tabella 2.32 e tabella 2.33).
Passando all'analisi comunale si nota subito la crescita registrata a Scala, seguita a grande distanza da Conca dei Marini, Furore, Ravello, Positano e Amalfi. In controtendenza rispetto al generale incremento del numero delle unità locali e degli addetti si collocano Cetara, Tramonti e Vietri (in quest'ultimo comune gli addetti sono comunque aumentati). Il rapporto addetti/abitanti è diminuito solo a Tramonti, per l'effetto combinato delle dinamiche del mercato del lavoro e di quelle demografiche (tabella 2.33 e grafico 2.26).
È evidente come la crescita sia più intensa nei comuni "periferici" piuttosto che nei tradizionali centri trainanti dell'economia locale. Si tratta tuttavia di una tendenza recente, che non ha finora modificato la distribuzione generale delle unità locali: nel 1991 Amalfi, Maiori, Positano e Vietri concentravano il 62% delle unità locali delle imprese e il 68% degli addetti, dati sostanzialmente confermati a dieci anni di distanza (62% e 67%) (tabella 2.31a e tabella 2.32a).
L'indagine disaggregata per sezione economica consente valutazioni più specifiche. Innanzitutto, la distribuzione delle unità locali e degli addetti nel 2001 ricalca la concentrazione delle attività emersa dai dati sulla popolazione attiva riferiti al 1991 (cfr. supra, tabella 2.30a e grafico 2.25). Rispetto a quell'analisi sono comunque da segnalare la posizione di Amalfi che nella sezione delle costruzioni conta più unità locali e più addetti di Positano e quella di Ravello, che nella sezione "alberghi e ristoranti" precede Praiano. Nel primo caso non sono intervenute variazioni rispetto al 1991; al contrario, nel 1991 Ravello contava meno alberghi e ristoranti di Praiano, ma già un numero più alto di addetti.
Nel contesto della crescita evidenziata dalla tabella 2.33 e con riferimento ai censimenti del 1991, 1996 e 2001 le sezioni analizzate presentano andamenti diversificati. Già nel 1996 non compariva più l'unica unità locale della sezione "pesca, piscicoltura e servizi connessi", che nel 1991 contava a Cetara 15 addetti. Stessa sorte è toccata all'unità locale censita nel 1991 ad Atrani per l'estrazione di minerali. Le attività manifatturiere vedono una sostanziale stabilità del numero di unità locali (+1%) e un calo degli addetti (-9% nel periodo 1991-2001, ma dal 1996 è in atto una ripresa). Trend analogo hanno segnato le costruzioni, con un significativo aumento delle unità locali (+23% in dieci anni) e una diminuzione degli addetti (-7%). La sezione "alberghi e ristoranti" spicca per l'aumento percentuale degli addetti (+31%): a fronte di un incremento delle unità locali pari al 9%, il dato indica una crescita delle dimensioni delle strutture. La sezione che include le attività commerciali ha visto diminuire in dieci anni sia le unità locali che gli addetti (rispettivamente, -8% e -15%). Buono l'andamento dei trasporti, con incrementi del 35% e del 46% per le unità locali e gli addetti. La migliore performance spetta alla sezione che include le attività immobiliari, imprenditoriali e professionali, che ha quasi raddoppiato sia le unità locali che gli addetti (+84% e +83% rispettivamente) (tabella 2.34).
Degna di nota è la distribuzione per comune delle imprese manifatturiere. Infatti, mentre la maggior parte dei settori risultano essere diffusi su tutto il territorio, ve ne sono tre che presentano concentrazioni significative. È il caso delle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco prevalentemente localizzate a Tramonti, Maiori, Vietri, Amalfi e Ravello (con ogni probabilità si tratta di liquorifici - si pensi al limoncello - e delle industrie di trasformazione dei prodotti agricoli - cantine, caseifici); delle industrie tessili e dell'abbigliamento situate quasi esclusivamente a Positano; della fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, che include la ceramica ed è concentrata a Vietri sul Mare (tabella 2.35 e grafico 2.27).
L'indagine sull'agricoltura è basata sui dati del Censimento dell'agricoltura svolto nel 2000. Le aziende agricole non sono uniformemente diffuse sul territorio: i comuni di Tramonti, Maiori, Ravello, Scala, Amalfi e Positano ne concentrano il 74%. Quote appena inferiori a quella di Positano spettano a Minori e Vietri. Leggermente differente la distribuzione della superficie agricola totale, che risulta per il 75% ripartita tra Tramonti, Scala, Maiori e Positano. Infine Tramonti, Scala, Ravello e Positano possiedono il 63% della superficie agricola utile. Nel complesso, i tre comuni collinari (Tramonti, Scala e Ravello) riuniscono il 44% delle aziende, il 55% della superficie totale e il 53% di quella agricola utile. Il settore ha dimensioni significative anche a Maiori (la cui quota di SAU è però relativamente bassa) e a Positano (tabella 2.36). Esiste dunque un'evidente coincidenza tra le aree di maggiore diffusione dell'agricoltura e i comuni con le più basse densità (grafico 2.28, cfr. grafico 2.01)._2
Il 92% della superficie totale risulta di proprietà, con punte del 100% ad Atrani e Maiori e valori minimi a Vietri (72%), Furore (80%), Tramonti (85%) e Praiano (86%). Il dato di Vietri è integrato da una quota di superficie in affitto (21%) molto superiore alla media. Furore e Praiano hanno inoltre le maggiori percentuali di superficie in usogratuito: rispettivamente 18% e 10% (tabella 2.38).
Le aziende agricole sono frazionate soprattutto a Praiano, Positano e Tramonti: per l'insieme dell'area considerata, ad ogni azienda corrispondono circa 2 corpi (tabella 2.37). Il dato più significativo è tuttavia quello relativo alla superficie aziendale. I tre quarti delle aziende (74%) hanno infatti una superficie inferiore ad un ettaro: aggiungendo quelle con superficie compresa tra 1 e 2 ettari si raggiunge l'87% del totale. Queste prime due classi di superficie rappresentano meno dell'80% del totale delle aziende solo a Cetara (79%), Maiori (79%) e Praiano (73%). Le 67 aziende con superficie superiore a 10 ettari costituiscono appena il il 2% del totale e si trovano per lo più a Maiori (21), Ravello (7), Scala (8) e Tramonti (22). Di nuovo i comuni più estesi, collinari e con le più basse densità abitative si distinguono per una specifica fisionomia agraria (tabella 2.39).
La forma di conduzione prevalente in tutti i comuni è quella familiare: la quota di aziende che impiegano "sola manodopera familiare" o "manodopera familiare prevalente" è inferiore all'80% solo ad Atrani, Maiori e Minori. Percentuali significative di aziende che fanno ricorso a manodopera extrafamiliare si ritrovano ad Atrani, Conca dei Marini, Maiori e Scala; l'impiego di salariati è diffuso soprattutto a Minori (19%), Maiori e Ravello (7%) (tabella 2.40). L'ampia diffusione della conduzione familiare trova riscontro nella composizione della manodopera agricola: i conduttori con i loro coniugi, familiari e parenti costituiscono l'89% del totale; i dirigenti e gli impiegati appena il 2%; gli operai ed assimilati il 9% con punte del 33% ad Atrani, del 15% a Maiori e del 14% a Minori. Nel complesso, quasi un quarto della manodopera agricola si trova a Tramonti e un altro 45% è distribuito tra Maiori, Scala, Amalfi e Ravello (tabella 2.41).
Per quanto riguarda l'utilizzazione dei terreni, la superficie agricola utilizzata corrisponde a un quarto del totale; i boschi al 68%; la superficie agraria non utilizzata al 6%. Tali valori celano tuttavia situazioni profondamente differenziate. Disaggregando i dati a livello comunale, quote di superficie agricola utilizzata nettamente superiori alla media si hanno per Conca dei Marini, Minori, Positano, Amalfi, Cetara, Vietri e Furore, fino al 100% di Atrani. Le basse percentuali di Maiori e Scala sono compensate dalle ampie superfici ricoperte da boschi, ben presenti anche a Positano, Ravello e Tramonti. Da notare come i boschi rappresentino un elemento significativo dell'utilizzazione dei terreni (e, quindi, del paesaggio) in quasi in tutti i comuni: l'eccezione è quella di Atrani (0%), mentre l'unico valore al di sotto del 20% è l'11% di Furore. Infine, la superficie agraria non utilizzata rappresenta circa un quarto del totale a Furore, Vietri sul Mare, Praiano e Amalfi.
Circa l'80% della superficie agricola utilizzata risulta essere occupata da coltivazioni legnose agrarie: casi che si discostano dalla media sono quelli di Conca dei Marini (dove maggiore diffusione trovano i seminativi), Positano (dove accanto a un 16% di seminativi si ritrova un insolito 44% di prati permanenti e pascoli) e Scala (che con Positano accoglie la quasi totalità dei prati permanenti e dei pascoli) (tabella 2.42, tabella 2.42a e grafico 2.29).
È utile soffermarsi sulla distribuzione per comune di alcune colture, segnatamente di quelle che concorrono in misura significativa a definire l'economia agraria e a connotare il paesaggio e l'immagine anche turistica della nostra area, così come si è radicata nell'immaginario collettivo. La coltura del limone - che si tende ad immaginare onnipresente - occupa all'incirca 336 ettari dei 1046 destinati alle coltivazioni legnose agrarie, ed è in realtà concentrata soprattutto a Maiori, Minori, Amalfi e Ravello. Quella dell'olivo per la produzione sia di olio che di olive da tavola occupa solamente 146 ettari quasi esclusivamente a Maiori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti e Vietri. Come si è detto, i boschi ricoprono più di 3600 ettari e sono concentrati a Maiori, Positano, Scala e Tramonti. Vera "capitale" della viticoltura (in tutto 358 ettari, più dei limoni) è Tramonti con il 57% del totale, seguita dal 10% di Ravello e dal 7% di Scala e Vietri sul Mare. Vale la pena sottolineare come la quasi totalità delle viti siano destinate alla produzione vinicola (tabella 2.44). I tre comuni collinari di Ravello, Scala e Tramonti dedicano quasi 165 ettari ai castagni (tabella 2.43 e grafico 2.30).
Anche le informazioni sull'allevamento concorrono all'identificazione di subaree differenti, non omogenee e fortemente connotate da attività e strutture agrarie specifiche, che rispecchiano la varietà morfologica, vegetazionale e paesaggistica del territorio oggetto di analisi. Nel complesso si nota una vera e propria spaccatura tra i comuni collinari di Ravello, Scala e Tramonti e il resto del comprensorio, dove l'allevamento è molto meno diffuso. Pur sussistendo, la differenza è meno evidente ove si considerino gli allevamenti avicoli (presenti ovunque tranne che ad Atrani e Cetara e piuttosto consistenti a Positano e Vietri) e i conigli (numerosi a Ravello, ma soprattutto a Positano, Amalfi, Vietri e anche a Praiano). Quando però si passi dagli animali da cortile all'allevamento vero e proprio, la specificità dei comuni di collina e di montagna è lampante: essi riuniscono l'87% dei capi bovini, il 70% nella sola Tramonti; l'85% dei caprini; l'89% degli ovini; il 70% degli equini dei quali una discreta percentuale si trova a Minori e perfino il 59% dei suini (tabella 2.45 e tabella 2.45a).
Come è logico, la distribuzione territoriale dell'allevamento si riflette su quella delle aziende che lavorano i derivati del latte. Latte, burro, formaggio e ricotta si producono quasi esclusivamente a Tramonti, Scala e Ravello (tabella 2.46).
Su un totale di 2826 aziende, 2480 utilizzano mezzi meccanici (circa l'88%), per lo più di proprietà (tabella 2.47). È tuttavia chiaro come le piccole dimensioni delle aziende, il frazionamento, la morfologia e il tipo di colture praticate ostacolino la diffusione massiccia della meccanizzazione, in particolare dei mezzi più grandi. Le coltivazioni legnose agrarie, che rappresentano l'80% della superficie agricola utilizzata, sono pregiate anche per la quantità di lavoro e di attenzioni che richiedono: in un simile contesto può diventare cruciale la salvaguardia delle tecniche tradizionali, anche a garanzia della tipicità e della qualità del prodotto.
Il numero di aziende che praticano l'irrigazione è pari al 61% del totale. La superficie irrigata corrisponde però al 32% della superficie agricola utile, ossia all'8% di quella totale. 1058 aziende delle 1721 che praticano l'irrigazione raccolgono le acque pluviali; le altre fonti di approvvigionamento più utilizzate sono l'acquedotto e i corsi d'acqua superficiali (tabella 2.48 e tabella 2.49).

1_Si veda il paragrafo "Il territorio".
2_A questo proposito si rimanda al paragrafo "Il territorio".
 
Approfondimenti
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Grafico 2.22 Distribuzione della popolazione attiva per settore economico - Anno 1961 download >>
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Tabella 2.45 Allevamento, numero di capi download >>
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Tabella 2.45a Allevamento, numero di capi (valori percentuali) download >>
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Grafico 2.29 Utilizzazione dei terreni - Anno 2000 download >>
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degli addetti - Anno 1991 download >>
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degli addetti - Anno 2001 download >>
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Tabella 2.35 Distribuzione delle imprese manifatturiere - Anno 2001 download >>
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