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Struttura e dinamica demografica

L'area oggetto di studio corrisponde a una superficie di 9938 ha. La popolazione residente ammontava al 31 dicembre 2003 a 41627 abitanti. Come risulta dalla tabella 2.01 e dalla tabella 2.02, né la superficie territoriale né la popolazione residente sono equamente distribuite tra i tredici comuni interessati.
Tramonti è il comune più esteso, con una superficie pari a un quarto di quella complessiva. Seguono Maiori (17%) e Scala (13%). Le quote di Vietri sul Mare, Positano, Ravello, Amalfi e Cetara sono comprese tra il 9 e il 5%; quelle di Praiano, Minori, Conca dei Marini e Furore si attestano tra il 3 e l'1%, fino allo 0,001% di Atrani (tabella 2.1).
La distribuzione della popolazione riflette solo parzialmente l'estensione territoriale dei comuni. Il comune più popoloso è infatti Vietri sul Mare con 8865 abitanti, ossia il 21% del totale. Seguono Maiori (5693 abitanti, 14% del totale), Amalfi (5521, pari al 13%), Tramonti (4046, il 10%) e Positano (3914, il 9%). Minori, Ravello e Cetara hanno tra i 2000 e i 3000 abitanti, Praiano e Scala tra i 1000 e i 2000. Atrani, Furore e Conca dei Marini si collocano al di sotto dei 1000 abitanti (tabella 2.02).
La scarsa correlazione tra l'estensione territoriale e il peso demografico dei comuni trova riscontro nei dati relativi alla densità. Esclusa Atrani, la cui peculiarità è spiegata dalla ristrettezza dello spazio disponibile e dalla topografia dell'insediamento, agli estremi si collocano Minori (11,51 ab/ha) e Scala (1,13 ab/ha). Con 1,64 ab/ha, Tramonti ha una densità di poco maggiore rispetto a quella di Scala. Gli altri comuni sono caratterizzati da densità intermedie: i valori relativi a Vietri, Amalfi e Praiano sono compresi tra i 10 e i 7 ab/ha, quelli di Conca dei Marini, Cetara, Positano, Furore, Maiori e Ravello tra i 6,5 e i 3 ab/ha (tabella 2.03 e grafico 2.01).
Per lo stesso anno 2003 la densità media della provincia di Salerno è di 2,2 ab/ha, valore assimilabile a quelli di Scala, Tramonti e Ravello, ma nettamente inferiore ai dati relativi agli altri comuni e alla stessa media del comprensorio. Come già emerso dalla lettura del territorio, i comuni collinari (Tramonti, Scala, Ravello) e quelli che penetrano verso l'interno (ad esempio Maiori) sono connotati da una larga disponibilità di spazio, anche quando sono popolosi. Gli abitati che punteggiano la costa rivelano logiche insediative del tutto differenti, che trovano puntuale riscontro nella topografia urbana,_1 nelle attività tradizionali e nelle strutture socio-economiche che sono all'origine della costruzione sociale dello spazio.
Tra il 1951 e il 2003 solo Minori, Ravello e Scala hanno conservato densità pressochè costanti (pur segnando lievissimi cali, coerentemente con l'andamento del dato generale). Nello stesso periodo Furore, Maiori, Praiano e soprattutto Positano hanno registrato variazioni di segno positivo. Le densità di tutti gli altri comuni sono diminuite. È interessante notare come le variazioni di maggiore entità (e di segno negativo) abbiano interessato due comuni dalle marcate peculiarità: Vietri ormai quasi inglobato nella periferia di Salerno e ancor più Atrani, della cui altissima densità si è già detto. Abbreviando il periodo di osservazione all'intervallo 1990-2003, si nota l'inversione di tendenza di Conca dei Marini (da negativo a positivo) e di Maiori (da positivo a negativo). Minori ha registrato un lieve calo che l'ha riportata a una densità simile a quella del 1951, mentre Tramonti ha interrotto il trend negativo assestandosi sul valore del 1991 (tabella 2.03).
L'analisi diacronica mette in luce, soprattutto per l'ultimo decennio, una lieve tendenza alla redistribuzione della popolazione: è bene sottolineare che si tratta di un andamento generale, valutabile in termini di rallentamento del trend di alcuni comuni piuttosto che di vere e proprie inversioni di tendenza. I primi quattro comuni con le densità più elevate hanno registrato una variazione negativa nell'ultimo decennio: Vietri sul Mare, in particolare, ha riscontrato il più forte calo in assoluto (-16%). D'altro canto, i comuni meno densamente abitati hanno visto aumentare la propria densità: quella di Furore è la variazione più significativa - seguita dal dato di Positano - ma se si considera il trend negativo degli ultimi cinquant'anni anche la stabilità di Scala e Tramonti e l'incremento di Ravello risultano di grande interesse. In questo secondo gruppo, l'eccezione è rappresentata da Maiori: per questa località si può supporre una correlazione tra il numero di abitanti e l'andamento dell'economia turistica (stagnazione degli arrivi e lieve calo delle presenze tra il 1990 e il 2003)._2
All'origine delle variazioni della densità sono evidentemente le tendenze demografiche. Tra il 1951 e il 2001 la dinamica della popolazione conferma la costanza di Minori e Ravello, i trend positivi di Maiori e Praiano e, soprattutto, di Furore (+33%) e Positano (+58%), la perdita di popolazione subita dagli altri comuni e in modo particolarmente intenso da Atrani (-23%), Vietri (-30%) e Tramonti (-37%). Anche in questo caso l'ultimo decennio ha segnato l'inizio di nuove, interessanti tendenze: la ripresa di Conca dei Marini, il crollo di Maiori e, soprattutto, l'attenuazione del trend fortemente negativo di Tramonti. Quest'ultimo dato, associato alla stabilità di Scala e all'incremento di Ravello, va nella direzione di un parziale ribaltamento del rapporto tra i centri costieri e quelli collinari. A questi ultimi si può accostare per caratteristiche socio-economiche e territoriali Furore, il comune che nell'ultimo intervallo intercensuario ha registrato il più alto tasso di crescita demografica (tabella 2.04 e grafico 2.03).
Complessivamente, la popolazione residente è aumentata negli anni Cinquanta, ha subito una brusca riduzione nel decennio successivo e si è quindi mantenuta costante, fino al drastico calo degli anni Novanta (grafico 2.02). Tra il 1951 e il 2001 la variazione è stata pari al -10%, mentre la contrazione demografica dell'ultimo decennio è stata del -6%. A prescindere dalle differenze che sussistono tra i vari comuni, la nostra area appare dunque in netto calo demografico.
La popolazione presente ha seguito lo stesso andamento di quella residente fino al 1971. Successivamente è sempre stata in controtendenza aumentando negli anni Settanta fino ad eguagliare la popolazione residente nel 1981, diminuendo in misura significativa nel decennio successivo e registrando un nuovo, sensibile incremento negli anni Novanta. Nel 2001 la popolazione presente è stata per la prima volta più numerosa di quella residente (grafico 2.02).
Le variazioni della popolazione presente e il suo ammontare rispetto alla popolazione residente rappresentano un primo segnale della situazione economica ed occupazionale. In particolare, mettono in luce come per tutti gli anni Ottanta e per buona parte del decennio successivo una quota significativa della popolazione abbia abitato in un comune diverso da quello di residenza, presumibilmente per motivi di lavoro. Al contrario, la rilevazione dell'ultimo censimento suggerisce la capacità - o la necessità - del sistema locale di attirare e trattenere una popolazione più numerosa di quella residente: tale cambiamento potrebbe essere messo in relazione con un miglioramento della situazione occupazionale e delle opportunità lavorative, oppure con l'esigenza di impiegare persone non residenti a fronte del decremento demografico e dell'invecchiamento della popolazione.
Anche nel caso della popolazione presente si ritiene utile svolgere l'analisi a scala comunale. Per il lungo periodo (1951-2001), rispetto ai trend già rilevati per la popolazione residente si discostano i dati relativi a Cetara (che ha subito un calo demografico ma ha registrato un lieve aumento della popolazione presente), Maiori (che a fronte di un incremento demografico consistente non ha visto crescere la popolazione presente) e Minori (stabilità demografica e sensibile aumento della popolazione presente). Interessante notare come gli incrementi registrati a Ravello, Praiano, Furore e soprattutto Positano siano considerevolmente più consistenti di quelli della popolazione residente (tabella 2.04 e grafico 2.03).
Per quanto riguarda l'ultimo decennio, tendenze opposte tra le due serie di dati si rilevano ancora per Cetara (in misura particolarmente consistente) e per Conca dei Marini (che ha conosciuto un leggero incremento demografico ma perde ancora quote di popolazione presente). Gli anni recenti confermano i trend fortemente positivi di Furore, Positano e Praiano e, fatto ancor più indicativo, tali incrementi hanno avuto luogo in concomitanza con il rallentamento della crescita demografica. Gli anni Novanta hanno inoltre segnato un vero e proprio boom per quanto riguarda la popolazione presente a Ravello e un'importante inversione di tendenza per Scala, che oltre ad arrestare il calo demografico ha visto per la prima volta aumentare la popolazione presente (tabella 2.04). Fatto, quest'ultimo, che potrebbe fornire un ulteriore segnale di ripresa dei comuni collinari.
Nel 1991 la popolazione residente era più numerosa di quella presente in tutti i comuni, tranne che a Tramonti. Particolarmente critica appariva la situazione di Furore, con appena il 70% dei residenti registrati come presenti. A dieci anni di distanza, per il comprensorio nel suo complesso e per circa la metà dei comuni si registra la presenza di una popolazione più numerosa di quella residente: il valore più alto è quello di Positano; Furore ha visto del tutto ribaltata la propria situazione ed è seguita da Ravello, Praiano, Amalfi, Scala e Vietri. Il valore più basso è quello di Conca dei Marini, comunqe superiore al 90% (tabella 2.04a).
In un'ottica di sistema, ciò che interessa è chiarire se la dinamica della popolazione è influenzata in misura predominante dal saldo naturale (a sua volta connesso a caratteristiche strutturali come l'invecchiamento e a fattori socio-culturali quali le scelte relative al numero di figli) o non piuttosto dai movimenti migratori (indicativi della attrattività/repulsività dei comuni e connessa al mercato del lavoro e, in termini più generali, alla qualità di vita). Nel caso della nostra area, i saldi demografici sembrano risultare da una combinazione dei due fattori.
Complessivamente, i comuni coinvolti dalla ricerca hanno registrato per il 2003 un saldo naturale positivo (24 unità) e un saldo migratorio negativo (-7). I bilanci demografici (tabelle da 2.08 a 2.20) consentono di individuare tre gruppi di comuni: un primo gruppo caratterizzato da un aumento della popolazione residente (Atrani, Conca dei Marini, Furore, Minori, Praiano, Tramonti); un secondo caratterizzato da un calo demografico più o meno consistente (Amalfi, Cetara, Maiori, Ravello, Scala); due comuni la cui popolazione è rimasta sostanzialmente costante (Positano e Vietri).
Rispetto al periodo 1991-2001 (tabella 2.04) la situazione appare decisamente mutata. Nel 2003, solo 6 comuni su 13 confermano il proprio trend demografico: Conca dei Marini, Furore e Praiano in senso positivo; Amalfi, Cetara e Maiori con una variazione di segno negativo. Ben 5 comuni hanno invertito la proprie dinamiche: Atrani, Minori e Tramonti hanno registrato una crescita; Ravello e Scala un calo. La popolazione di Positano e quella di Vietri sono invece rimaste costanti, interrompendo un andamento positivo nel primo caso e negativo nel secondo.
Gli incrementi demografici del 2003 sono attribuibili tanto al saldo naturale quanto a quello migratorio: le sole eccezioni sono Atrani e Conca dei Marini, il cui saldo naturale appena negativo è stato ampiamente controbilanciato dai flussi migratori in entrata. Interessante è il caso di Tramonti, che con un saldo migratorio di 64 unità (pari a 10 volte il saldo naturale) risulta aver accolto più della metà dei flussi di immigrazione.
Leggermente più complesse le dinamiche dei comuni che hanno subito una diminuzione della popolazione. In quattro casi su cinque il calo è attribuibile al saldo migratorio negativo. Unica eccezione, Amalfi ha registrato un saldo migratorio positivo, ma non sufficiente per controbilanciare il saldo naturale fortemente negativo (-22, il valore più basso in termini assoluti). In termini generali, si può affermare che all'allontanamento volontario della popolazione si accompagni una dinamica naturale anch'essa negativa. In questo caso l'eccezione è rappresentata da Cetara, il cui saldo naturale è positivo. Maiori ha registrato il peggior saldo migratorio, perdendo ben 48 residenti (il totale del comprensorio è di 128) a fronte di una crescita naturale nulla. Di poco migliore la situazione di Ravello, che ne ha ceduti 30 nonostante il trend positivo del decennio conclusosi nel 2001. La stabilità di Positano e Vietri è imputabile in entrambi i casi ai flussi di emigrazione, che hanno vanificato saldi naturali ampiamente positivi.
I fenomeni migratori appaiono comunque di scarsa rilevanza. Con l'eccezione di Furore, il tasso di mobilità dell'area considerata è nettamente inferiore alla media provinciale: nel 2003 i flussi migratori (sia di immigrazione che di emigrazione) hanno coinvolto solo 44 residenti ogni mille (tabella 2.25). Non sembrano neppure esserci comuni connotati da una specifica attrattività o repulsività: analogamente al dato provinciale, gli indici migratori non si discostano dallo zero in modo significativo (con la parziale eccezione di Tramonti, che nel 2003 sembra particolarmente attrattivo) (tabella 2.26).
Per quanto riguarda la provenienza e la direzione dei flussi migratori, sette comuni su tredici hanno riportato delle cancellazioni "per l'estero", ma sempre di poche unità (il valore più alto è quello di Furore, 9 unità. Nel complesso, le cancellazioni per l'estero rappresentano appena il 3% del totale). Al contrario, in tutti i comuni si sono avute iscrizioni dall'estero anche piuttosto consistenti, fino alle 47 unità di Amalfi (per l'intero comprensorio, le iscrizioni dall'estero rappresentano il 22% del totale).
È interessante la provenienza geografica dei residenti stranieri (tabella 2.21). Dei 261 stranieri censiti nel 2001 162 sono europei (62%) e 63 americani (24%). Africani e asiatici insieme rappresentano appena il 12% del totale, e sono per la maggior parte femmine. Evidentemente, la Costa d'Amalfi non attrae flussi di manodopera dai paesi a forte pressione migratoria. Piuttosto, sembra venire scelta come seconda patria da europei e nordamericani presumibilmente all'età della pensione. Poiché dall'Europa e dagli Stati Uniti provengono i flussi turistici più consistenti (tabella 3.08), è probabile che la maggior parte degli attuali residenti "per scelta" abbia conosciuto l'area in occasione di un viaggio, e abbia poi finito per stabilirvisi definitivamente. Questo fenomeno dimostra quanto sia profondo il radicamento nell'immaginario internazionale di una certa immagine della Costiera: il numero consistente di presenze a Positano, Amalfi e Ravello non fa che confermare il richiamo ideale ai luoghi del turismo élitario e il legame con il mito._3
Come risulta dai bilanci demografici, la parte più consistente dei flussi migratori risulta comunque provenire o essere diretta verso altri comuni italiani (73% delle iscrizioni, 91% delle cancellazioni). Poiché l'indice migratorio relativo all'intero comprensorio denuncia una assoluta indifferenza ai fenomeni migratori (tabella 2.26), sembra avvalorata l'ipotesi che i cambi di residenza avvengano prevalentemente tra comuni dell'area oggetto di studio. L'entità del fenomeno rimane tuttavia difficilmente definibile.
Per valutare la continuità delle tendenze in atto, l'analisi dei bilanci demografici del 2003 può essere utilmente integrata con la serie di dati relativa all'ultimo decennio (tabella 2.21a).
Il grafico 2.05 ed il grafico 2.17 riassumono la struttura demografica rilevata al 1 gennaio 2003. L'unico comune a vivere una sensibile ripresa demografica è Cetara, che continua tuttavia ad essere penalizzata dal saldo migratorio negativo. Molti degli altri comuni hanno conosciuto un incremento delle nascite tra 15 e 5 anni fa, ma la tendenza non è proseguita ed è anzi subito seguita una nuova contrazione. Nel complesso, la struttura per età della popolazione è quella tipica delle società mature caratterizzate da un calo della natalità e dalla conseguente stagnazione demografica con progressivo invecchiamento della popolazione.
Il tasso di fecondità calcolato per l'intero comprensorio coincide con la media provinciale (39‰) ma deriva da situazioni profondamente diversificate, che spaziano tra il 53‰ di Positano e il 26‰ di Atrani (tabella 2.24).
Nel 2001 solo Furore e Positano avevano indici di vecchiaia nettamente inferiori alla media provinciale di 100,6. La popolazione residente nella nostra area è dunque sensibilmente più anziana della media: nel corso degli anni Novanta l'indice riferito all'intero comprensorio è aumentato di 31 punti percentuali. Secondo i dati dell'ultimo censimento, particolarmente critica appare la situazione di Atrani (indice di vecchiaia pari al 157%). D'altro canto, i comuni che nell'ultimo intervallo intercensuario hanno registrato gli incrementi più significativi sono Cetara (42 punti percentuali) e Ravello (41), seguiti da Amalfi e Minori (40). I comuni più giovani sono Positano e Furore (rispettivamente 81% e 87%), ma mentre l'indice di vecchiaia di Positano ha conosciuto la variazione più contenuta dopo quelle registrate a Praiano e Conca dei Marini, l'incremento avvenuto a Furore è sensibilmente più consistente (tabella 2.05 e grafico 2.04).
In un contesto di denatalità, dall'invecchiamento della popolazione dipende l'aumento dell'indice di dipendenza, aumento che tra il 1991 e il 2001 ha interessato tutti i comuni considerati ad eccezione di Scala (il cui indice di vecchiaia è il terzo più basso), con variazioni particolarmente marcate a Praiano (11 punti percentuali) e Tramonti (10). La media provinciale dell'indice di dipendenza è pari a 50,8: i valori che più se ne discostano sono quelli di Tramonti (65,34) e Positano (47,83) (tabella 2.06).
La struttura per età della popolazione fornisce informazioni utili a valutare la situazione attuale e ad avanzare previsioni non solo sulle dinamiche demografiche, ma anche sull'offerta di lavoro e sul rapporto tra attivi e non attivi. Per quanto riguarda l'indice di ricambio della popolazione, tanto l'area considerata nel suo complesso quanto i comuni presi singolarmente (con l'unica eccezione di Positano) presentano valori nettamente inferiori alla media provinciale. Solo Furore e Positano sono in grado di garantire il ricambio delle generazioni: a meno di consistenti flussi di immigrazione, gli altri comuni sono destinati ad un ulteriore calo demografico. La situazione più critica è quella di Atrani (indice pari al 51%); seguono Amalfi, Conca dei marini e Ravello (75%) (tabella 2.22).
Un po' meno preoccupante, almeno sul breve periodo, la situazione che emerge dalla tabella degli indici di ricambio della popolazione attiva (tabella 2.23). Cinque dei tredici comuni registreranno un aumento degli attivi (quattro dei quali con indici superiori alla media provinciale), e altri cinque hanno indici superiori al 90%. Restano critiche le situazioni di Atrani, Praiano e Conca dei marini, ma bisogna considerare che nel complesso il comprensorio è in grado di garantire non solo il ricambio, ma anche un lieve aumento della popolazione attiva.
L'invecchiamento della popolazione si riflette anche nella presenza in tutti i comuni considerati di una significativa quota di famiglie formate da un solo componente: il valore più basso si ritrova a Cetara (17%), quello più alto a Furore (40%). Nel complesso, il 25% delle famiglie censite nel comprensorio oggetto di studio è rappresentato da persone sole.
Le famiglie costituite da 5 e 6 o più componenti rappresentano il 13% del totale, con valori minimi a Furore, Conca dei Marini e Praiano (rispettivamente 6, 7 e 8%) e massimi a Vietri, Tramonti e Cetara (17% per Vietri, 16% per gli altri due comuni). In ognuno dei comuni e per l'intero comprensorio, le famiglie con 2, 3 e 4 componenti costituiscono tra il 60 e il 67% del totale (tabella 2.07): il numero medio di componenti per famiglia oscilla tra il 3 di Vietri e Cetara e il 2,29 di Furore, in linea con la media provinciale (tabella 2.07a).

1_Si veda il testo "Topografia e toponomastica" nel capitolo riguardante "Il patrimonio".
2_Si veda il paragrafo "Il turismo".
3_A questo proposito si vedano i testi: "Immagine turistica, aspettative e motivazioni" e "La storia turistica della Costiera amalfitana" nel paragrafo "Il turismo"; "La Costiera dei viaggiatori: immagini e percezioni, tra simboli e miti" nel capitolo dedicato all'analisi del patrimonio.
 
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Grafico 2.02 Popolazione residente e presente 1951-2001 download >>
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