Forum delle Culture: il contributo di Ravello e della Costa d’Amalfi

Ravello, Villa Rufolo
sabato 20 settembre 2014

Il Mediterraneo è un “mare tra le terre” ed è stato da sempre non solo attraversato da flussi commerciali intensi, ma è stata anche una straordinaria area di scambi culturali. I ruderi romani lungo le sue coste orientali e meridionali, i palazzi, i giardini e i sistemi di irrigazione, la cultura materiale, in particolare con le ceramiche, che punteggiano l’Italia e la Spagna meridionali sono documento materiale delle alterne dominanze politiche, ma del flusso di conoscenze (astronomia, matematica, medicina, idraulica, agricoltura) con cui l’Islam ha nutrito la cristianità nei secoli a cavallo del primo millennio e di cui si sta perdendo la memoria.
La Costiera Amalfitana conserva segni preziosi e precisi della cultura islamica. Ri-conoscerli e riflettere su come muovere dalla loro valorizzazione per riattivare il dialogo interculturale e fare di tale dialogo uno strumento di sviluppo e di pace si inserisce perfettamente nel programma del Forum delle Culture, fortemente marcato dalla interculturalità e focalizzato sui siti UNESCO.
Il convegno “Forum delle Culture: il contributo di Ravello e della Costiera Amalfitana”, promosso dal Comune di Ravello e dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello, ha inteso mettere in evidenza la natura, l’evoluzione e le prospettive dello scambio culturale tra la Costa d’Amalfi, la Campania ed i paesi mediterranei per sviscerare i temi del Patrimonio Culturale, con particolare riguardo agli aspetti della conservazione, della gestione e dell'utilizzo dei Siti Patrimonio Universale dell'Unesco delle due sponde del Mediterraneo, ponendo a confronto diverse esperienze.
A tal uopo sono stati invitati esperti nazionali ed internazionali, italiani e stranieri, rappresentanti di organismi internazionali preposti alla tutela e alla gestione del patrimonio culturale, quali: Aurelio Tommasetti, Rettore Università degli Studi di Salerno; Francesco Caruso, Ambasciatore, V. Presidente ICOMOS Italia, Membro Comitato Esecutivo ICOMOS Internazionale; Maurizio Di Stefano, Presidente ICOMOS Italia; Gihane Zaki, Direttrice dell’Accademia Egiziana di Roma; Stefano De Caro, Direttore ICCROM; Raymond Bondin, Ex Ambasciatore di Malta presso UNESCO e Presidente Onorario Comitato Internazionale per le Città e Villaggi Storici ICOMOS; Mauro Menichetti, Direttore Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale, Università degli Studi di Salerno.
I relatori hanno affrontato l’argomento ponendo l’accento sulla difficile situazione politica determinata dagli esiti drammatici della cosiddetta "primavera araba" in termini di distruzione e di degrado del Patrimonio, e del conseguente impoverimento/abbandono delle fonti di sviluppo (turismo - emigrazione), dell’accentuazione e radicalizzazione delle "diversità culturali" cui solo una forte azione sul piano culturale può fornire una risposta che non sia bellica. Oltre ed al di là delle situazioni contingenti determinate dalle distruzioni legate a tali eventi, é apparso opportuno anche interrogarsi sul modo di gestione del patrimonio culturale nel Mediterraneo. Infatti il ruolo dei Governi e le strategie adottate risultano spesso deboli ed inadatte di fronte ai danni derivanti dalla perdita delle identità culturali che il Patrimonio rappresenta. E parimenti, è stato rilevato, che anche i dispositivi e gli sforzi dispiegati dagli Organismi Internazionali quali l'UNESCO, l'U.E., l'ICOMOS, l'ICCROM rischiano di essere di effetto insufficiente confrontati a situazioni che hanno concreti connotati distruttivi ben oltre i problemi relativi alla Conservazione del Patrimonio.
Anche per contribuire a superare l’impasse di cui sopra i relatori della tavola rotonda a conclusione dei lavori hanno siglato un protocollo di intesa per promuovere un’iniziativa culturale INTERCULTURALITA’ PER IL MEDITERRANEO, finalizzata alla costituzione di una rete dei Paesi del Mediterraneo, sedi di siti patrimonio mondiale dell’umanità. In particolare il progetto mira a:
•promuovere studi e ricerche finalizzati all’approfondimento degli aspetti socio-economici dei territori sedi di siti Patrimonio dell’Umanità al fine di promuovere l’unità culturale trasversale ai diversi popoli ed idee;
•promuovere un centro di secondo livello UNESCO “Category two” a Ravello.