Webinar "Marchio di qualità e conoscenze digitali del patrimonio culturale"
Meeting Zoom, 20 maggio 2021

Partecipanti
Fabio Ciracì, Università del Salento
Nicola Barbuti, Università degli Studi di Bari
Luigi Catalani, Università degli Studi della Basilicata
Giuliano De Felice, Università degli Studi di Foggia
Federica Epifani, Università del Salento
Monica Valiante, CUEBC


Discussione
Il panel si è svolto in particolare sulla necessità di individuare criteri e processi per il riconoscimento standardizzato del marchio di qualità per i beni culturali. Il keynote speaker, Nicola Barbuti, si è soffermato sulla normativa europea in vigore, con particolare riferimento a quanto previsto dalla FADGI Agenzie Federali Digital Guidelines Initiative-2016. Barbuti ha sottolineato le differenze tra la giurisdizione europea e le leggi vigenti in Italia.
Mauro De Bari, invece, partendo dall'idea che il marchio di qualità può essere considerato un mero strumento di marketing, ne vede invece le potenzialità come veicolo di informazione che gli consentirebbe di raggiungere una vasta platea di consumatori svolgendo il funzione di origine e garanzia. Emblematico, in relazione alle politiche di branding relative ai personaggi di fantasia. De Felice ha sviluppato problematicamente la questione del marchio di qualità in relazione all'Archeologia e al digitale, come definizione della qualità dei processi cognitivi. l'intero dominio della conoscenza. Che si tratti di gestione dei dati, strutturazione della conoscenza o metodologia di ricerca, conservazione e presentazione (per usare alcune parole della Convenzione di Faro), in campo archeologico il digitale si trova a convivere con una disciplina in continua evoluzione, in sempre più riferimento è fatto di una mentalità complessa, diacronica e ricostruttiva piuttosto che di principi metodologici e tecnici. In altre parole, il problema va spostato a livello autoriale, della qualità dei contenuti come risultato della qualità della ricerca piuttosto che di quella tecnologica, della qualità delle tecnologie utilizzate e della relativa professionalità degli operatori specializzati. . Si tratta di evitare ogni forma di positivismo scientifico verso il digitale come tecnica o peggio come tecnologia di supporto, e di impedire che l'archeologia digitale diventi un cavallo di Troia con cui l'informatica si insinua nel mondo delle scienze umane, per di più in un momento storico in cui l'esistenza stessa di quest'ultimo viene messa in discussione come improduttiva e non strategica.
Infine, Luigi Catalani ha sollevato il problema del marchio di qualità in relazione a una proposta di integrazione basata sul modello wiki partecipativo. I processi di riconoscimento non possono prescindere dalla condivisione con il pubblico degli utenti, resa possibile anche attraverso piattaforme di condivisione che sfruttano l'intelligenza collettiva.