14° Corso intensivo Retrofitting dell'edificato antico non monumentale e cultura sismica locale: problemi metodi e tecniche

Ravello, 8 - 14 Dicembre 2004

Il retrofitting antisismico dell’edificato antico è oggi ritenuto universalmente necessario, non solo per preservare documenti importanti patrimonio culturale ma anche perché viene ritenuto intrinsecamente meno resistente. E, di solito, il retrofitting viene realizzato con criteri e tecniche mutuati da quelli prescritti/adottati per le nuove costruzioni. Ma è corretto, o utile, rafforzare le costruzioni antiche con tecniche moderne, che ne alterano sensibilmente la risposta alle azioni sismiche? E sicuro che l’edificato antico non sia stato realizzato con criteri e tecniche sismoresistenti?

In effetti la capacità di resistenza dell'edificato antico dipende quindi non solo dalle tecnologie utilizzate per costruirlo, ma anche dalle conoscenze tecniche e dal comportamento di chi lo ha modificato, riparato e che oggi lo usa. In breve, dalla "cultura" della comunità locale. E' quindi possibile ridurre la vulnerabilità dell'edificato antico in zona sismica attraverso un'azione di recupero di quella che viene definita come la "Cultura Sismica Locale" (CSL), una definizione formulata a Ravello nel 1987 ed oggi utilizzata nel mondo intero.

In conclusione, il recupero (critico) delle tecniche di retrofitting antisismico localmente consolidate può quindi aiutare a consolidare la cultura locale, a ridurre la vulnerabilità dell'edificato antico, a meglio gestire l’emergenza, a promuovere azioni di sviluppo locale sostenibile.

Nel quadro di EDUMED, rete  euro-mediteerranea di scuole per la prevenzione dei rischi e la sicurezza ed in collaborazione con l'IISD (Istituto Internazionale Stop Disasters), il Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali ha organizzato a Ravello dall'8 al 14 dicembre 2004, il 14° Corso Intensivo su "Retrofitting dell'edificato antico non monumentale e Cultura Sismica Locale: problemi, metodi, tecniche"

Il corso ha inteso integrare le conoscenze di esperti ed operatori di diverse discipline (architetti, ingegneri, archeologi, sismologi, geologi, storici, economisti, docenti della scuola secondaria, funzionari dei servizi di PC e delle Soprintendenze) con una specifica formazione transdisciplinare nel campo delle tecniche antisismiche tradizionali, della loro (eventuale) efficacia e dei metodi più efficienti per stimolare le comunità locali a riappropriarsene e si iscrive nella politica di diffusione della cultura locale del rischio che da alcuni anni il Dipartimento della Protezione Civile sta portando avanti in Italia.

Agli allievi partecipanti sono stati dunque forniti:

  • i criteri per definire le tecniche di rafforzamento e/o manutenzione più adatte agli edifici antichi del luogo;
  • le indicazioni scientifiche e metodologiche utili ad avviare delle Ricerche - Intervento che stimolino gli esperti e le comunità locali a riconoscere, valutare e mettere in pratica le "proprie" tecniche antisismiche;
  • i metodi per coinvolgere l'intera comunità in questa opera di riscoperta critica delle conoscenze tradizionali e per stimolarla alla manutenzione permanente degli edifici più antichi;
  • i criteri con cui raccordare il recupero della CSL con i programmi di intervento finalizzati a migliorare la sicurezza delle aree urbane e a promuovere lo sviluppo sostenibile nel Mediterraneo;
  • i principi e le nozioni che permettono di avviare nelle scuole medie superiori azioni che sensibilizzino le comunità locali a salvaguardare le caratteristiche antisismiche dell’edificato antico e ad applicare corrette regole costruttive nella realizzazione dell’edificato “non engineered”.

 

Al corso hanno partecipato 38 allievi, di cui 21 partecipanti al Master "Materiali e tecniche per il recupero edilizio in area mediterranea", organizzato dall'Università di Napoli Federico II.