Seminario Per un'etica del turismo culturale

Ravello, 28 - 29 Maggio 1999

In occasione del seminario svoltosi a Ravello dal 28 al 29 maggio, “Per un’etica del turismo culturale” è stata ribadita la necessità di affrontare il problema dell’etica legata ai turismo culturale. Infatti è dato ormai acclarato che il turismo è una attività economica in crescita continua. Inoltre il turismo ha creato impatti violenti tra visitatori ed ospiti e tra risorse e loro uso, contribuendo a creare anche stati di ricchezza e di sviluppo a cui però ha fatto riscontro un consumo di beni materiali e immateriali in gran parte irrecuperabili, con fenomeni irreversibili sia sul piano delle risorse materiali che su quello delle identità e delle autenticità.

In tale situazione appare evidente che le regole del gioco non solo non sono dettate, ma avendo un campo di azione esteso a tutto il globo terrestre con le situazioni più variegate, non sono in grado di investire il corso di un'attività che si regge sull'ipotesi assurda, ma radicata, che le risorse siano infinite.

È di fronte a questo quadro di realtà che venne proposto, nel 1991, il problema di una carta del Turismo e dell'Ambiente che si radicasse non in norme fatte di prescrizioni e di divieti, ma in una coscienza etica che investisse i singoli e le comunità, ma che si ponesse come complesso di regole di comportamento e di assunzione di responsabilità.

Il comitato che diede vita alla carta dell'Etica del Turismo e dell'Ambiente  si fece carico oltre dieci anni fa dei pericoli che l'ambiente correva di fronte ad una continua e progressiva offerta-richiesta di beni ambientali da usare come risorse per una attività turistica sempre più esigente soprattutto di mezzi e di novità.

I partecipanti al seminario hanno sottolineato che oggi un'analoga denuncia è necessaria per far fronte ad una richiesta sempre più pressante di beni culturali da utilizzare come risorsa turistica, confondendo i termini di "turismo culturale" (che utilizza questi beni) e di "cultura del turismo" che ne garantisca non solo la fruizione in termini di massimizzazione degli effetti ma la conservazione e il rispetto, con l'assunzione delle responsabilità del loro valore di patrimonio della umanità.

 

L'incontro di tipo seminariale che il Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali si è proposto è risultato propedeutico ad un più vasto incontro di forze e di coscienze in un convegno inteso a proporre una etica del turismo e dei beni culturali quale ulteriore approfondimento alla proposta già contenuta nella Carta del Turismo e dell'Ambiente che l'AIT promulgò nel 1991.

Tale continuità è sottolineata dalla scelta di dedicare tale successivo convegno alla memoria del Prof. Tony Hackens, che presiedette il Comitato Etico Mondiale, che, sotto l'egida dell'AIT, diede corpo alla Carta dell'Etica del Turismo e dell'Ambiente e che è recentemente scomparso.

Tony Hackens fu tra i fondatori del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali a cui dedicò un'ininterrotta attività ed il Centro ne intende rivivere l'eredità spirituale e ideologica nella iniziativa che si rivolge alla problematica complessa del rapporto tra turismo e beni culturali, che solo una rivisitazione etica potrà sperare di rendere non solo compatibile, ma proficuo e virtuoso.