Le relazioni tra Italia e Cina. Patrimonio di conoscenza da consolidare

Roma, 18 Novembre 2009

In collaborazione con la Società Geografica Italiana, con il sostegno del MiBAC e del MAE, nel quadro del ciclo di progetti “ORIZZONTI. Ricomporre i frammenti della memoria nel segno della contemporaneità” (Referente per il CUEBC: S.C. La Rocca)

Celebrato da una grande mostra in Vaticano e da varie iniziative culturali in giro per l’Italia, alla vigilia del quattrocentesimo anniversario dalla morte che cadrà nel 2010, Matteo Ricci fu il religioso che fece scoprire alla Cina l’Occidente e all’Occidente la cultura cinese. Una figura emblematica, che è stata rievocata nel convegno “Le relazioni tra Italia e Cina. Patrimonio di conoscenze da consolidare”, organizzato dalla Società Geografica Italiana e dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello, con il sostegno del MiBAC e del MAE.

Dopo l’apertura dei lavori - a cura di Franco Salvatori, Presidente  della Società Geografica Italiana, Alfonso Andria, Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello, Massimo Pistacchi in rappresentanza del MiBAC e Federico Failla del MAE - Filippo Mignini, direttore dell’Istituto Matteo Ricci per le Relazioni con l’Oriente di Macerata ha introdotto il tema con una relazione dal titolo “Matteo Ricci. Alle radici delle moderne relazioni culturali tra Cina ed Italia”.

Ma il gesuita Ricci è solo il punto di partenza di un approfondito focus sulle relazioni culturali fra Italia e Cina che ha visto la partecipazione di illustri studiosi impegnati sia nel confronto scientifico, sia in veri e propri programmi di cooperazione. Fra gli altri, il direttore dell’Istituto di Cultura italiano a Shanghai Paolo Sabbatini, che ha illustrato i programmi dell’EXPO 2010, il consigliere culturale dell'Ambasciata cinese in Italia Zhang Jianda, il responsabile del Dipartimento Asia e Africa del Pontificio Consiglio della Cultura Theodore Mascarenas, ma anche un decano della sinologia come Lionello Lanciotti.

Una sessione della giornata è dedicata alle esperienze di collaborazione italo-cinese nel settore del restauro del patrimonio culturale, sul quale l’Italia è in grado di trasferire innovazione, tecnologie e particolari competenze: al tavolo si sono alternate le testimonianze di esperti come Stefano De Caro, Direttore generale per l’Archeologia del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Maria Laurenti, archeologa dell’Istituto Centrale per il Restauro, e di tecnici come i restauratori Maria Cristina Pace, della Soprintendenza per l’Abruzzo (SBSAE) e Paolo Crisostomi dell’omonimo Studio di Conservazione e Restauro, insieme a professori universitari come Santo Lucà e Fulvio Mercuri che hanno portato la loro esperienza di formazione in quest’ambito. Le conclusioni, dopo la tavola rotonda coordinata dalla sinologa Annamaria Palermo, sono state affidate al Sottosegretario Vincenzo Scotti.

 

L’attività rientra nella linea di ricerca “Conoscenza del Patrimonio Culturale"